Galliani: "Berlusconi mi manca, gli devo tutto. Gagliardini al Monza? Deciderà lui"

IL RICORDO

Intervenuto al galà di apertura del calciomercato a Rimini, Adriano Galliani ricorda il suo presidente: "Sono un uomo molto addolorato, ci sentivamo tutte le sere e ora continuo a guardare il telefono, ma le chiamate non arrivano più. Con lui abbiamo cambiato il calcio, il suo Milan cercava sempre la bellezza. Il Monza? Finché non mi cacciano, farò tutto per la squadra per cui ho sempre tifato. Gagliardini? Deciderà lui, ma ora penso a quanto mi manca Silvio"

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Il calciomercato entra nel vivo e al galà di apertura in corso di svolgimento a Rimini si è presentato anche Adriano Galliani. Il primo evento calcistico ufficiale dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi per l'amministratore delegato del Monza, che a Sky Sport ha parlato con grande emozione del suo presidente: "Sono qui per ricordare il mio maestro - ha detto Galliani -, la persona con cui ho condiviso 44 anni della mia vita e da cui ho imparato tutto. Ora, da orfano come mi sento, cercherò di andare avanti e tenere alto l'esempio che mi ha dato e quello che mi ha fatto diventare in questi 44 anni".

"Quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Berlusconi"

Galliani ha poi proseguito parlando del suo stato d'animo: "Sono un uomo molto, molto addolorato. Oltre a cenare spesso con lui - ha raccontato l'ad del Monza -, io lo sentivo tutte le sere. Ora continuo a guardare il telefono e non arrivano più le telefonate. Sono una persona molto addolorata". Spazio poi ai ricordi: "Era il 1 novembre 1979, con Berlusconi ci siamo incontrati a cena e così è iniziata la mia storia nella tv e nel calcio. Il Milan e il Monza sono la mia vita. Quando prendemmo il Milan, Silvio mi disse due cose. La prima è che il Milan, così come lo sport e il calcio, afferiscono alla sfera dei sentimenti e non del business, la seconda è che assomigliano un po' alla religlione, a misteri gaudiosi e dolorosi. Così siamo sempre andati avanti, passando da Istanbul a Atene, dall'eliminazione con il Cittadella alla vittoria con il Pisa. Quello che ho imparato nella vita, l'ho imparato da Berlusconi". 

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"Finché non mi cacciano, farò tutto per il Monza"

"Il Milan di Berlusconi nasce il 1 luglio 1987 - ha raccontato ancora Galliani -, scegliendo un allenatore che non aveva mai allenato in Serie A. Il concetto era trovare la bellezza. Silvio cercava la bellezza in tante cose e anche nel calcio abbiamo cercato di fare una bella squadra, che innovasse. Quel Milan cambiò il modo di giocare: all'epoca c'era il gioco all'italiana, fatto di difesa e contropiede. Al funerale ho incontrato Emilio Butragueno, mi ha ricordato che fino a quel 1989 non aveva mai visto una squadra ospite attaccare il Real Madrid in quel modo nel suo stadio. Berlusconi ha avuto quattro vite e io ora ho troppi ricordi e troppo dolore". Nessun dubbio sulla prosecuzione del rapporto con il Monza per Galliani: "Io sono nato a Monza e, quando ho incontrato per la prima volta Berlusconi, gli dissi che ero disponibile a lavorare giorno e notte, ma dovevo avere il tempo per seguire il Monza. All'epoca ero il proprietario e, finché non mi cacciano, farò qualsiasi cosa per la squadra per cui tifavo con mia mamma. L'ho persa quando avevo solo 14 anni, andavo allo stadio con lei e sognava di vedere il Monza in Serie A: grazie a Berlusconi, questo è stato possibile dopo 110 anni".

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"Gagliardini giocatore importante, deciderà lui"

In chiusura un accenno sul mercato. Il contratto di Roberto Gagliardini con l'Inter è scaduto e il centrocampista può andare al Monza a parametro zero: "Deciderà lui - ha concluso Galliani -, è un giocatore importante, ma sia a centrocampo che in difesa, in porta e in attacco mi manca soprattutto Silvio Berlusconi. Vedremo chi prenderemo, spero il giocatore possa essere Gagliardini o magari sarà un altro, ma nella mia testa al momento il problema non è un centrocampista".

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