
Calciomercato, i campioni finiti fuori dal progetto degli allenatori
Arriva un nuovo allenatore, con le sue idee e un progetto chiaro nella mente. E può accadere che un grande campione presente in squadra non ne faccia parte. Higuain l’ultimo esempio, ma prima di Pirlo tanti altri mister hanno fatto scelte nette e “tagli” importanti

“Ciclo finito, le strade si devono separare”. Un taglio netto con il passato, senza giri di parole, quello con cui Andrea Pirlo ha comunicato a Gonzalo Higuain di non far parte del suo progetto: nella Juventus che ha in mente non c’è più posto per lui
Le parole di Andrea Pirlo
PIRLO-HIGUAIN (Juventus, 2020)
Un campione, Higuain, pagato dai bianconeri 90 miliardi nell’estate 2016 e che in tre stagioni ha dato tanto alla Juve (66 gol in 149 partite). Di altissimo livello la prima, con 24 gol in campionato e 5 in Champions, più al servizio della squadra nella seconda (16 gol in campionato), quella che precede il prestito al Milan, con ritorno non più da titolare nella passata stagione. Ora, per Pirlo, il ciclo del Pipita è chiuso

KOEMAN-SUAREZ (Barcellona, 2020)
Higuain non è certo il primo e non sarà l’ultimo: a Barcellona, Luis Suarez, attaccante da 198 in 283 partite con i blaugrana, sta vivendo la stessa situazione. Il nuovo allenatore, Ronald Koeman, non punta su di lui per il futuro, e glielo ha comunicato con una rapida telefonata

CONTE-ICARDI/NAINGGOLAN/PERISIC (Inter, 2019)
Solo un’estate fa, anche Antonio Conte, appena preso il timone dell’Inter, fece le sue scelte, molto nette. No secco a Mauro Icardi, che dei nerazzurri era stato capitano, nonché l’attaccante più prolifico della squadra, e a Nainggolan. Via anche Perisic, provato in qualche amichevole estiva prima di essere ritenuto non adatto al modulo. Nomi grossi, ma Conte aveva già in mente il proprio progetto

SARRI-MANDZUKIC/EMRE CAN (Juventus, 2019)
Anche l’arrivo di Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus portò a un paio di addii illustri, arrivati però dopo qualche mese. Il nuovo allenatore comunica a Mandzukic ed Emre Can di non essere centrali nel suo progetto, ufficializzando la cosa quando li esclude dalla lista Champions. A gennaio entrambi lasciano la Juve

GUARDIOLA-RONALDINHO/DECO (Barcellona, 2008)
Ancora più celebre, perché da quella scelta apparentemente folle nacque una delle squadre più forti della storia, la decisione di Guardiola, appena promosso allenatore della prima squadra del Barcellona dopo gli anni di gavetta. Pep “taglia” immediatamente due grandissimi, Ronaldinho e Deco, certo che la loro permanenza avrebbe frenato l’ascesa di Messi e Iniesta. I risultati gli daranno ragione

GUARDIOLA-MARIO GOMEZ (Bayern Monaco, 2013)
Ancora Guardiola, questa volta nel 2013 da neo-allenatore del Bayern Monaco. Stavolta Pep ha alle spalle una bacheca zeppa di trofei e una credibilità che gli permettono di “scaricare” Mario Gomez, poco adatto al suo stile di gioco. Il tedesco lascia il Bayern dopo 113 gol in 4 stagioni

MOURINHO-RAUL (Real Madrid, 2010)
Dall’Inter al Real nel giro di una notte, quella del Triplete nerazzurro, e appena arrivato alla Casa Blanca, Mourinho si presenta ammainando la bandiera di Raul. Lo storico capitano non rientra nei piani di Mou e dopo 18 anni tra settore giovanile e prima squadra dice addio al Real scegliendo lo Schalke

MOURINHO-DE BRUYNE/SALAH (Chelsea, 2013)
Mou ancora protagonista, questa volta al suo ritorno al Chelsea. Sempre netto nelle sue scelte, non considera nemmeno due talenti che si ritrova in rosa, non dando chance al 22enne Kevin de Bruyne e al 23enne Salah. Ceduti, sbocceranno altrove

ZIDANE-BALE (Real Madrid, 2019)
Parole inequivocabili, quelle di Zizou, quando in una conferenza stampa nell’estate 2019 di fatto accompagna Bale alla porta della Casa Blanca: “Il club sta trattando la sua cessione, il suo addio è imminente. Certo è che se avviene domani è meglio... Sarebbe un bene per tutti se andasse via subito. Nulla di personale, ma è ora di cambiare”. Incredibilmente, dopo parole del genere, Bale è rimasto e nella stagione appena conclusa ha vinto la Liga dando il suo (piccolo) contributo, 2 gol in 16 presenze

PELLEGRINI-ROBBEN/SNEIJDER (Real Madrid, 2009)
Sempre al Real, dieci anni prima, l’estate 2009 aveva portato un nuovo allenatore, Manuel Pellegrini, e nuovi campioni: Cristiano Ronaldo su tutti, ma anche Kakà, Benzema, Xabi Alonso. Di fronte a tanta abbondanza, l’allenatore deve fare le sue scelte e “taglia” Robben e Sneijder, quasi svenduti a Bayern Monaco e Inter. A fine stagione i due olandesi si ritroveranno contro in finale di Champions

SIMEONE-FERNANDO TORRES (Atletico Madrid, 2018)
Non un “taglio” a inizio stagione, ma in vista di quella successiva: Simeone nel 2018 non fece nulla per opporsi alla fine del matrimonio tra Fernando Torres e l’Atletico Madrid. “Il suo futuro? Lo deciderà il club”. E a fine stagione l’addio

ALLEGRI-INZAGHI (Milan, 2012)
Storia simile quella di Superpippo al Milan: dietro il suo addio, con cui si chiuse una storia lunga 11 anni, c’è anche Massimiliano Allegri, che non fece nulla per scrivere un nuovo capitolo. Già nel dicembre 2011, in pratica, preannunciava l’addio dell’attaccante, facendogli intendere che non avrebbe fatto parte del suo progetto: “Lui è la quinta punta, se è scontento valuti lui se rimanere”