Calciomercato 2018: come escono le big di Premier League

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United e Mourinho col morale a terra. Tottenham senza movimenti. Il City era già forte e forse ora lo è ancora di più. Liverpool in rampa di lancio per puntare al titolo. Incognite Arsenal e Chelsea, coi Blues che hanno dato vita alla "metamorfosi Sarri" sul mercato. Ma occhio anche all'outsider fuori dalle "big six"

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Oltre mezzo miliardo speso. E un saldo negativo di 452 milioni per rinforzarsi. Chi sale e chi scende, e chi invece rimane già com’era. Allo spettacolo della Premier mancano poche ore, e la nuova chiusura anticipata del mercato prima dell’inizio del campionato ha dato i suoi primi verdetti. City e Tottenham non cambiano (o quasi). Male lo United sopratutto per l’umore che ora aleggia nello spogliatoio di Mou. Il Liverpool ha pensato in grande per tornare grande anche in Premier, mentre Chelsea e Arsenal sono le incognite, con due nuovi allenatori e una grande svolta per entrambe.

Manchester United: spesi 83 mln, saldo -59 mln

In Inghilterra dicono sia “angry and frustrated”. Arrabbiato e frustrato. José, che tanto desiderava un grande mercato ma che alla fine non ha ottenuto quello che realmente voleva. Nella ICC, e nelle altre amichevoli pre stagionali, risultati altalenanti (ma non poi troppo negativi), ma soprattutto tante frecciate ai microfoni da parte del portoghese: “Sarà una stagione difficile se non ci rinforziamo”. “Tutti stanno investendo in maniera massiccia”. E ancora: “Le nostre rivali sono davvero forti”. Risultato? Malumore, quasi cronico. Perché Mou ha speso 82 milioni, per Fred (59), centrocampista centrale dello Shakhtar, e per Dalot (22), terzino diciannovenne dal Porto, ma poi non c’è più stato altro di rilevante. Non Kovacic (croato finito al Chelsea che secondo Marca avrebbe rifiutato lo United per il gioco poco spettacolare di Mou). E nemmeno Maguire, Boateng, Godin e Mina. Quattro obiettivi per la difesa tutti sfumati. La questione ora è: come farà Mou a risollevare il morale di una squadra che per tutto questo tempo ha definito “non all’altezza”?

Manchester City: spesi 71 mln, saldo -53 mln

Squadra che vince? Non si cambia. Squadra che deve vincere ancora? Si rinforza. Con un solo nome, quello tanto atteso già da qualche finestra di mercato. I gol di Aguero e Jesus. Le geometrie di De Bruyne e Gundogan. La diga Fernandinho o la classe e velocità dei vari Silva (David e Bernardo), Sterling e Sané. Nel City non cambia quasi nulla, se non in meglio. Perché a tutti quei nomi si aggiunge anche quello di Riyad Mahrez. Pagato 68 milioni al Leicester, eroe nella Premier 2016, ora è nella scuderia dei fenomeni di Guardiola. Per provare a vincere tutto.

Liverpool: spesi 182 mln, saldo -168 mln

Grandi in Europa. Ma ora grandi anche in Inghilterra. Dove la vera Premier (dal 1992 in poi) non è addirittura mai arrivata, e l’ultimo campionato (allora ancora “First Division) risale al 1990. Per farlo Klopp ha speso tanto, più di chiunque altro. E quei 180 milioni sono una dichiarazione d’intenti mica da ridere, a partire dal portiere che lo scorso anno a Kiev costò la partita più importante di tutte. Via “Calamity” Karius, relegato in panchina. Dentro Alisson dalla Roma, per venti giorni (e per 62 milioni) il portiere più caro della storia del calcio. Con lui anche i 60 e i 45 spesi in mezzo al campo per Naby Keita e Fabinho, rispettivamente da Lipsia e Monaco, per sopperire alla partenza di Emre Can direzione Juve. In avanti sarà confermassimo il trio magico Salah-Firmino-Mané, ma Klopp si è assicurato anche l’ex Inter Shaqiri per 14 milioni, uno che se motivato può essere un grande colpo. Porta, qualità e corsa in mezzo al campo più un jolly in avanti. Perché Anfield vuole tornare a ruggire anche in Premier.

Tottenham: spesi 0 mln

Zero, in tutte le caselle. E la risposta alla domanda “come esce da questo calciomercato il Tottenham?” è allora la più semplice di tutte: come prima. Con Kane in attacco e Alli a centrocampo. Con Eriksen a inventare e il campione del mondo Lloris tra i pali. Il mercato si è chiuso a zero, ma attenzione a quello in uscita, ancora aperto per tutte le squadre di Premier. Marca indica proprio il danese Eriksen come potenziale colpo per un, attenzione, solo eventuale dopo Modric al Real. Difficile però che gli Spurs possano privarsi di un proprio talento senza più avere la possibilità di rimpiazzarlo. Verosimilmente tutto allora rimarrà così. Immobile.

Chelsea: spesi 137 mln, saldo -101 mln

Le due incognite sono poi sempre a Londra. Chelsea da una parte e Arsenal dall’altra. Sarri non porta con sé solo un nuovo modulo o qualche nuovo giocatore, ma un’intera filosofia di calcio per cui uno come Jorginho, pagato 57 milioni, era l’essenziale. Kovacic, in prestito dal Real, impreziosisce ancora di più il centrocampo. Kepa è diventato il portiere più pagato della storia del calcio con Courtois finito a Madrid. Fuori due guantoni di grande affidabilità e dentro una giovane stella per i prossimi dieci anni. In più Hazard è rimasto, nonostante le sirene sempre da Madrid. Bilancio? Positivo, in entrata e nelle uscite che non ci sono state. Ora starà a Sarri mettere in pratica la sua magia.

Arsenal: spesi 79 mln, saldo -73 mln

L’altro nome nuovo sulla panchina è quello di Unai Emery, che raccoglie la pesantissima eredità ventennale di un’icona come Wenger. I Gunners hanno speso quasi 80 milioni e venduto pochissimo. In arrivo per 30 l’ex Samp Lucas Torreira, che benissimo aveva fatto in Italia. Altri 25 milioni per un altro portiere, Leno, Papastathopoulos a 16 e a 8 dalla Francia il giovane Guendouzi del Lorient (evidentemente osservato da Emery nei suoi anni al Psg). In più anche Lichtsteiner gratis dalla Juve. I volti e i nomi non sembrano quelli per un immediato assalto al titolo, ma Emery ripartirà anche da loro per ricostruire stagione dopo stagione una nuova squadra. La sua. 

Everton, riserva delle big six?

Dici big six e dici Manchester, Londra e… Liverpool. Ma l’intruso potrebbe anche arrivare dalla sponda Toffees della città. Lo scorso anno ad insidiare il dominio delle “sei grandi” ci fu il piccolo Burnley, portato addirittura in Europa da Dyche e finito settimo in classifica. L’Everton in quest’estate di mercato ha investito per 90 milioni. Sono arrivati per 40 Richarlison dal Watford, ma soprattutto gli ex Barça Digne (20 mln), Mina (30 mln) e André Gomes (un tempo conteso addirittura tra i catalani e la Juve come autentico crac del mercato). Gli ultimi due addirittura nell’ultimo giorno di trattative insieme a Bernard dallo Shakhtar, sotto l’osservazione speciale di tanti altri grandi club europei. Potranno essere loro la grande sorpresa della Premier grazie al calciomercato?