Il 33enne della Mercedes ha chiuso in Messico la partita e si è confermato campione. Ma c'è ancora un titolo da assegnare: quel Costruttori che la Ferrari non vuole mollare per cercare di cancellare i rimpianti di questa stagione
E’ il rispetto tra campioni, che a un certo punto devono andare contro la loro natura e ammettere che l’avversario è stato il più forte. E qui, in Messico, è stato ancora una volta Sebastian Vettel a doversi congratulare con il cinque volta campione del mondo Lewis Hamilton. Il britannico ha vinto il quinto titolo con la sua gara peggiore, quinto al traguardo quasi doppiato dal vincitore Max Verstappen. Dopo una partenza fulminea la sua Mercedes infatti è andata in crisi con le gomme, tanto da non permettergli di difendersi né dagli attacchi della Ferrari né della Red Bull, costringendolo a fare due soste, e addirittura il suo compagno Bottas tre. Ma quando ci ripenserà avrà sicuramente la certezza, come ce l’hanno tutti, che ha vinto comunque dopo la sua stagione migliore di sempre: freddo, sempre decisivo nel momento in cui Vettel e la Ferrari hanno mancato, immune da qualsiasi errore. Dall’altra parte il tedesco, nonostante i punti lo condannassero da un po', è sembrato ancora una volta non preparato a questo momento: svuotato come ha confidato poi dopo essersi congratulato con Hamilton. La gara del Messico ha dimostrato ancora una volta che questa Ferrari con questo Vettel con un po’ più di costanza avrebbero potuto lottare fino alla fine per questo Mondiale. Grazie all’ennesimo ritiro di Ricciardo insieme a Verstappen sul podio sono saliti infatti entrambi i ferraristi. Davanti c’è ancora un titolo costruttori da provare a conquistare, dietro già troppi rimpianti.