Il Mondiale 2019 comincia con una pioggia di record per Bottas, Hamilton e la Mercedes. Segnali incoraggianti anche per Red Bull, mentre le performance di Ferrari sono sotto esame. Prossima tappa in Bahrain il 31 marzo, GP in diretta esclusiva su Sky Sport F1
Ci aveva provato 11 volte in precedenza e non ci era mai riuscito: al 12esimo tentativo, Valtteri Bottas parte in seconda posizione e riesce a vincere. È la sua quarta vittoria in carriera ed il 31° podio, che gli consente, in quest’ultimo caso, di eguagliare l’idolo locale Jack Brabham per piazzamenti fra i primi tre. Per la prima volta in carriera il finlandese si trova in testa al mondiale, ed è il primo leader diverso da Hamilton o Vettel dal GP di Abu Dhabi del 2016 che diede il titolo a Nico Rosberg. Hamilton ha completato la 45^ doppietta nella storia Mercedes, conquistando il suo 135esimo podio, il 666esimo per la Gran Bretagna.
Hamilton sbanca il sabato
Se Bottas è stato il protagonista in gara, Hamilton ha catalizzato l’attenzione al sabato con la sua 84^ pole, particolarmente significativa perché è la sua 8^ pole a Melbourne ed eguaglia il massimo bottino di pole ottenuto da un pilota in un solo circuito nella storia della F1. Finora ci erano riusciti solo Ayrton Senna ad Imola e Michael Schumacher a Suzuka. Notevole anche la sequenza: è la sesta pole consecutiva a Melbourne per Lewis, e solo Senna è riuscito a registrare una sequenza simile in un circuito, con ben 7 pole di fila ad Imola dal 1985 al 1991. L'ultimo primato per questa pole a Melbourne è quello delle partenze in prima posizione con un solo costruttore: sono 58 per Hamilton con Mercedes, le stesse che ottenne Michael Schumacher con la Ferrari.
Honda a podio
Max Verstappen ha lasciato tutti a bocca aperta, portando la Red Bull sul podio dopo aver sorpassato la Ferrari di Vettel in pista. Un podio storico, sotto diversi aspetti. Un motore Honda torna sul podio per la prima volta dal GP di Silverstone del 2008, quando Barrichello terminò terzo sotto la pioggia e la Red Bull termina per la prima volta sul podio a Melbourne nell’era Turbo/Hybrid. Dal 2014 al 2018, con i motori Renault/TAG Heuer non erano mai riusciti ad ottenere un podio qui, e spezzano un duopolio di motorizzati Mercedes e Ferrari sul podio Australiano che era iniziato, appunto, nel 2014. Per Verstappen è il 23° podio in carriera: riesce ad eguagliare il nostro Michele Alboreto, James Hunt e Jacques Villeneuve al 44° posto di tutti i tempi.
Ferrari sotto la lente
Vista la forma mostrata nei test, la Ferrari è apparsa molto distante dallo stato di grazia con cui sembrava approcciare questo weekend di Melbourne, nel quale è andata incontro ad una battuta d’arresto. Vettel quarto, ha accusato un distacco all’arrivo di 57 secondi (in 58 giri): nei passaggi finali, con Verstappen fuori portata, ha decisamente rallentato, ma questo gap dal vincitore è il peggiore per la Ferrari sotto la bandiera a scacchi a Melbourne dal 1998, quando Irvine finì doppiato e Schumacher si ritirò. Da questo calcolo sono ovviamente esclusi i GP del 2008 e 2009, in cui entrambe le Ferrari si ritirarono per guasti meccanici. Nell’era Turbo/Hybrid, sul circuito australiano il precedente record negativo per le rosse era stato registrato nel 2014, quando Alonso finì a 35” e Raikkonen a 57”. Tutto questo in una gara estremamente lineare, motivo aggiuntivo di riflessione: non c’è stato nessun intervento della Safety Car e, per la prima volta dal GP di Silverstone del 2015, non sono state comminate penalità in griglia o in gara che abbiano influenzato tempi o posizioni.
Gli altri
A margine di un Gran Premio vissuto intensamente per la lotta alle posizioni sul podio, si registra il primo arrivo a punti di un Alfa Romeo dal GP d’Europa 1984; il primo arrivo a punti in assoluto per una Racing Point ed il miglior risultato in gara per Charles Leclerc (5°). Al sabato lo stesso Leclerc aveva messo a segno la sua miglior performance in qualifica (5°) ed anche Lando Norris si è fatto notare, diventando il primo esordiente nella top-10 in griglia dal 2015 (Carlos Sainz 7° e Felipe Nasr 10° sempre qui a Melbourne). Per concludere, il GP d’Australia ha segnato una ricorrenza: negli ultimi 6 anni (120 GP), i team vincitori sono stati solo Mercedes, Ferrari e Red Bull. L’ultimo successo non appartenente ad uno dei suddetti fu il GP d’Australia 2013, quando ad imporsi fu Kimi Raikkonen su Lotus.