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Ricciardo, l’intensità delle ultime volte

a singapore

Niccolò Severini

Un giro veloce che sa di addio: a Singapore Ricciardo potrebbe aver corso la sua ultima gara in F1. Nelle dichiarazioni post GP, Daniel si commuove parlando del suo futuro: "C'è una buona possibilità che non ci sia ad Austin", afferma con gli occhi lucidi. La lenta uscita dalla macchina per assaporare gli ultimi momenti di una carriera piena di gioia e delusione intense, gli abbracci e gli applausi del team per un uomo che ha appassionato tutti

GP SINGAPORE, GLI HIGHLIGHTS

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Il penultimo giro della carriera è stato il giro veloce del Gran Premio di Singapore, quello che toglie il punto addizionale a Lando Norris e permette a Max Verstappen di poter arrivare sempre secondo ed essere certo del quarto mondiale. Un gioco di squadra a due team che non basterà a salvargli il posto, ma anche un favore a un amico, l’unico a mandargli un messaggio nel momento più duro della sua vita sportiva: “Mi ha scritto che dovevo tenere a mente quanto valgo”. Daniel Ricciardo è stato il protagonista del post gara a Singapore. Dopo il podio, il circuito è stato velato dalla malinconia di salutare un amico. Oltre il grande pilota che è stato. Al passato perché da quando è tornato in Formula 1, Daniel non è più riuscito a ripetersi: “Non volevo esserci stare tanto per stare in griglia, ma per provare a tornare davanti e salire di nuovo sul sedile Red Bull. Purtroppo, ogni storia non ha un lieto fine”. No, perché dal prossimo Gran Premio ad Austin Liam Lawson prenderà il suo posto con ogni probabilità. 

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E domenica il Tv Pen, per le dichiarazioni post gara, è diventata la sua passerella d’onore, quella del commiato, del saluto, della commozione. Perché ogni giornalista che ha intervistato Daniel negli anni si è divertito con lui, ha empatizzato e ci ha scherzato. Tutti l’hanno salutato con la speranza di vederlo ad Austin, Daniel ha contraccambiato con un sorriso tirato e occhi lucidi di chi sa che non sarà così. Si è voluto godere tutto del suo ultimo giorno da pilota di Formula 1. Come l’uscita dalla macchina, un po’ per la fatica che impone il GP di Singapore per umidità e caldo, ma anche per assaporare quegli ultimi, intensi momenti. Più di un minuto e mezzo da quando ha sganciato il volante e scavalcato l’halo. Le mani che sfregavano nervosamente sulle cosce, la testa che avrà ripercorso tutti i 14.129 giri corsi, i 340 da leader, i 17 veloci, le otto vittorie, le tre pole position, i 32 podi e le quattordici stagioni nel circus. “Ho voluto sentire appieno il sapore di quel momento”, con frasi incerte per la voce tremante che stava per rompersi nel pianto. Poi gli ultimi abbracci rientrando in hospitality e gli applausi del suo team che hanno accompagnato la passerella.

Daniel uomo ha appassionato il pubblico con le sue gag come quando infastidiva Pierre Gasly urlando il suo nome durante le interviste o portato all’interruzione di una conferenza stampa per aver fatto scoppiare dal ridere il debuttante Norris. Poi gli outfit, i caschi speciali, le battute, il suo sorriso. E lo “shoey”, il brindisi della vittoria sul podio bevendo champagne dalla sua scarpa. Ma anche il Ricciardo pilota ha esaltato tutti. I sorpassi al limite, le staccate all’ultimo e la mossa con il cambio di direzione con cui si guadagnava le posizioni, tanto iconica da meritarsi il nome di “Ricciardo moves”. Poi, ovviamente, il talento con cui ha messo dietro Sebastian Vettel tetracampione in carica e spinto alla Ferrari durante il suo ultimo anno in Red Bull e le lotte con il giovane ancora troppo caliente Max Verstappen. Unico compagno di squadra capace di battere l’olandese in una stagione, la 2017 in cui ha vinto la caotica gara di Baku partendo dall’undicesimo posto. Gran Premi pazzi da cui Daniel ha sempre saputo prendere vantaggio, come la Malesia nel 2016 o Cina 2018 e soprattutto Canada 2014, teatro della sua prima vittoria in carriera. Ma anche l’ultima, quella di Monza nel 2021 quando ha riportato la McLaren sul gradino più alto del podio dopo nove anni.

Lo "shoey" di Ricciardo sul podio di Monza nel 2021

Momenti di gioia intensa e vera. Come altrettanto intensi e veri sono stati i momenti di delusione. L’episodio principe proprio nel Principato dove l’errore ai box gli ha tolto la vittoria nel 2016, ma la rivincita è arrivata due anni dopo quando ha vinto Monaco e si è tuffato nella piscina dell’hospitality Red Bull a braccia aperte in quello che lui stesso ha chiamato Redemption day. Il premio di Driver of the Day - alla carriera - non avrà avuto il sapore dei trionfi andati ma gli ha sicuro fatto piacere, come il ringraziamento di Verstappen per il giro veloce e l’ultimo scherzo: “Se vincerà per un punto avrò un regalo di Natale assicurato”. Forse da Max, non da Red Bull che lo ha appiedato. Perché i risultati sono tiranni in F1 e il ritorno nella squadra madre che anche Christian Horner avrebbe voluto è rimasto solo un sogno. Non vedremo il cowboy con il capello, gli stivali e il lazo circolare nel paddock di Austin – considerata seconda gara di casa -, né il suo ingresso a cavallo in Texas. Saranno ricordi, di un personaggio che mancherà allo sport. Grazie Daniel, sappiamo tornerai a brindare dalla tua scarpa.