Ferrari e Ducati, quel destino comune dopo i successi all'esordio Mondiale

Formula 1

Antonio Boselli

C’è qualcosa che unisce la Ferrari e la Ducati, non è solo il colore rosso o il fatto che siano due aziende italiane, c’è soprattutto la voglia e la determinazione di tornare a vincere un titolo mondiale piloti che manca, per entrambi i marchi dal 2007

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IL SUCCESSO DI VETTEL A MELBOURNE

LA VITTORIA DI DOVI IN QATAR

E' una sfida proibitiva perché gli avversari sono dei giganti del Motorsport. La Mercedes si è presentata nella prima qualifica dell’anno con un margine di quasi sette decimi di vantaggio. Un’enormità, merito sì di Hamilton ma la W09 ancora esprime lo stato dell’arte della Formula 1. Lo stesso si può dire nelle moto perché la Honda, da quando ha sistemato i problemi con l’elettronica a metà della passata stagione, è senza ombra di dubbio la moto più completa. Eppure nella prima gara del mondiale, sono stati Vettel e Dovizioso a salire sul gradino più alto del podio. Due vittorie diverse, quella del Dovi costruita con una rimonta calma e inarrestabile, quella di Seb frutto di fortuna e reattività. E’ il modo migliore per cominciare, ma i tifosi della Ferrari e di Ducati siano consapevoli che la strada è lunga e gli avversari, per ora, sono ancora davanti. Ma, come successo a Losail e a Melbourne, con la determinazione, il lavoro, la disciplina e la nostra innata capacità di sfruttare le occasioni, il sogno mondiale può essere coltivato fino alla fine.