MotoGP legend: Hailwood, il padrone del Tourist Trophy

MotoGp
Mike Hailwood in azione sul suo tracciato preferito, quello del Tourist Trophy (Foto Getty)
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Il britannico, soprannominato Mike the Bike per il suo talento naturale alla guida, ha conquistato 9 titoli iridati, di cui 4 nella classe regina. Ma i suoi capolavori li ha compiuti sull'Isola di Man, nella gara più pazza e pericolosa del mondo

di Claudio Barbieri

Ci sono uomini che nascono con la benzina al posto del sangue e il casco allacciato in testa fin dalla culla. Mike Hailwood è stato uno di questi rari esemplari. A vederlo sfrecciare, infatti, era irroconoscibile la parte meccanica da quella umana, un tutt'uno che lasciava a bocca aperta i presenti. Non a caso il suo soprannome era Mike the Bike, per la sua naturale capacità di guida (guarda le FOTO).


Numeri da capogiro -
Tanta era la passione, che Hailwood non si è fatto mancare nulla, correndo nelle quattro categorie del Motomondiale, dalla 125 alla 500, e vincendo almeno una gara in ognuna. In totale saranno 76 i successi, di cui 37 ottenuti nella classe regina. Mike vi ha aggiunto 112 podi, 76 giri veloci e nove titoli mondiali, così suddivisi: quattro in 500, due in 350 e tre in 250. Il tutto ottenuto in appena dieci stagioni fra il 1958 e il 1967 e domando miti del motociclismo come Ducati, Honda e Mv Agusta.

Tourist Trophy, my love - Più che per i titoli iridati, Hailwood è ricordato nell'immaginario popolare per le sue cavalcate sull'Isola di Man, dove ogni anno si svolge la gara più pazza e pericolosa del mondo: il Tourist Trophy. Sui 60,671 km carichi di insidie del Circuito del Mountain, il britannico ha vinto 14 volte, imbastendo epiche battaglie con i suoi rivali, Giacomo Agostini su tutti.



F1 e la tragedia -
Il suo grande amore per i motori lo portò anche a correre 50 GP in Formula 1 (epico il suo salvataggio di Regazzoni in Sudafrica dopo una collisione, guarda il video da Youtube), conquistare un podio alla 24 Ore di Le Mans e un titolo europeo di F2. Fino al drammatico incidente del 1981, uno schianto contro un camion che portò via prematuramente, ad appena 41 anni, uno dei più grandi personaggi nella storia dello sport.