I catalani, Montmeló e lo strano rapporto con il GP di casa
MotoGpNella storia del Gran Premio che si corre sul circuito alle porte di Barcellona, i tanti piloti nati in regione hanno vinto poco. Solo tre di loro sono riusciti a trionfare. L'ultimo è stato Pedrosa (2008). Domenica Marquez proverà a invertire la tendenza
di Gianluca Maggiacomo
Nessuno è profeta in patria. Il detto descrive benissimo il rapporto tra i piloti catalani e il GP che si disputa a Montmeló. Il circuito che si trova alle porte di Barcellona sembra esser stregato per i padroni di casa che corrono in MotoGP. Pochi successi. Probabilmente, meno di quanti loro stessi si aspettassero.
I tre moschettieri - Nella classe regina, un catalano non vince nella gara casalinga dal 2008 con Dani Pedrosa. In generale, in 18 edizioni del GP, solo tre volte ha vinto un pilota nato nella regione. E dire che l’esordio del Gran Premio di Montmeló era stato di buon auspicio. Nella prima edizione, nel 1996, sul gradino più alto del podio era salito Carlos Checa, pilota della Honda nato a Sant Fruitòs de Bages, comune catalano di poco più di 5mila abitanti. Nel 1999, dopo due edizioni andate all'australiano Michael Doohan, è ancora un padrone di casa a vincere sul circuito di Barcellona. Si tratta di Alex Crivillé, nato a Seva (circa 2mila anime), che a fine stagione conquisterà anche il titolo mondiale nella classe 500: unico spagnolo ad esserci riuscito. Poi per i catalani è iniziato un lungo letargo fatto sì di podi, ma mai sul gradino più alto. La vittoria è tornata con Pedrosa nel 2008. E da allora, nulla. Cinque anni di digiuno.
E Marquez? - Le speranze della comunità catalana di vedere un suo pilota vincere a Montmeló, ovviamente, sono tutte riposte sul campione del mondo in carica. Qui Marquez ha trionfato una sola volta nel 2010, quando era in 125. Lo scorso anno, nella sua prima stagione in MotoGP, ha “steccato” l’appuntamento centrando solo il terzo posto dietro a Pedrosa e Lorenzo. Quest’anno sembra esser arrivato il momento di rifarsi. I numeri sono tutti dalla sua parte. Marquez finora non ha avuto rivali: sei GP, altrettanti primi posti. E ora Barcellona. A casa sua, dove i suoi colleghi catalani fanno storicamente fatica. Occhio però a Valentino Rossi: lui, da queste parti è considerato uno specialista.
Nessuno è profeta in patria. Il detto descrive benissimo il rapporto tra i piloti catalani e il GP che si disputa a Montmeló. Il circuito che si trova alle porte di Barcellona sembra esser stregato per i padroni di casa che corrono in MotoGP. Pochi successi. Probabilmente, meno di quanti loro stessi si aspettassero.
I tre moschettieri - Nella classe regina, un catalano non vince nella gara casalinga dal 2008 con Dani Pedrosa. In generale, in 18 edizioni del GP, solo tre volte ha vinto un pilota nato nella regione. E dire che l’esordio del Gran Premio di Montmeló era stato di buon auspicio. Nella prima edizione, nel 1996, sul gradino più alto del podio era salito Carlos Checa, pilota della Honda nato a Sant Fruitòs de Bages, comune catalano di poco più di 5mila abitanti. Nel 1999, dopo due edizioni andate all'australiano Michael Doohan, è ancora un padrone di casa a vincere sul circuito di Barcellona. Si tratta di Alex Crivillé, nato a Seva (circa 2mila anime), che a fine stagione conquisterà anche il titolo mondiale nella classe 500: unico spagnolo ad esserci riuscito. Poi per i catalani è iniziato un lungo letargo fatto sì di podi, ma mai sul gradino più alto. La vittoria è tornata con Pedrosa nel 2008. E da allora, nulla. Cinque anni di digiuno.
E Marquez? - Le speranze della comunità catalana di vedere un suo pilota vincere a Montmeló, ovviamente, sono tutte riposte sul campione del mondo in carica. Qui Marquez ha trionfato una sola volta nel 2010, quando era in 125. Lo scorso anno, nella sua prima stagione in MotoGP, ha “steccato” l’appuntamento centrando solo il terzo posto dietro a Pedrosa e Lorenzo. Quest’anno sembra esser arrivato il momento di rifarsi. I numeri sono tutti dalla sua parte. Marquez finora non ha avuto rivali: sei GP, altrettanti primi posti. E ora Barcellona. A casa sua, dove i suoi colleghi catalani fanno storicamente fatica. Occhio però a Valentino Rossi: lui, da queste parti è considerato uno specialista.