Fenati: "Il mio Sachsenring, vi spiego che GP sarà"

MotoGp

Alfredo Alberico

Romano Fenati, pilota dello Sky Racing Team VR46
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L'INTERVISTA. Ha in testa solo lo Sky Racing Team VR46 ("Squadra da paura!") ma ha anche le idee molto chiare sul futuro: "Voglio correre in MotoGP". E su Vale Rossi: "Da lui ho imparato a non mollare mai". Oggi le qualifiche in Germania

Il suo soprannome, Fenny, fa tanta tenerezza. Poi però bastano due chiacchiere con Romano Fenati, detto appunto Fenny, e ti rendi conto che a 19 anni e con parecchie derapate sotto al sedere si possono avere le idee chiare su ciò che si vuole diventare da grandi, tanto da sembrare dei veri duri: "Punto alla MotoGP. La strada per arrivarci è lunga e complicata, lo so, ma è quello che voglio". Altro che tenerezza. Intanto c'è un progetto nella Moto3 da portare avanti e che lo vede protagonista, quello con lo Sky Racing Team VR46, e un Gran Premio alle porte, quello di Germania, dove protagonista proverà ad esserlo sin dalle qualifiche di oggi.

Dopo il podio sfiorato ad Assen, riparti dal Sachsenring. Con quali prospettive?
"Ripartiamo con un obiettivo preciso, quello di dare continuità al lavoro fatto fino ad oggi. E magari migliorare la posizione con cui abbiamo chiuso in Olanda". 

Che gara dobbiamo aspettarci da te al Sachsenring?
"Difficile dirlo, e non rispondo così per un eccesso di prudenza oppure per scaramanzia. Le certezze arrivano dai numeri e dai risultati del venerdì: tranne il primo (Kent, ndr), dal secondo al venticinquesimo pilota la distanza è minima. Quindi immagino una gara molto combattuta su una pista dove solo una volta sono arrivato alla fine e che va molto a sinistra. Ci sono solo tre curve sul lato opposto, quindi bisogna essere attenti alle gomme ed al grip che potrebbe essere maggiore a destra. Nella prime sessioni, inoltre, abbiamo lavorato sul bilanciamento perché ci siamo accorti che era sbagliato".

L'impressione è che tu abbia meno feeling dello scorso anno con la Ktm. E' così?
"La frattura alla clavicola è stata determinante da questo punto di vista. Il mio recupero è stato lungo, ha condizionato i test e quindi tutto il lavoro sulla moto. Siamo arrivati in Qatar con un setting che non era certo quello giusto".

Guardiamo oltre questa stagione: dove può arrivare lo Sky Racing Team VR46?
"Il team fa davvero paura! Per il mio infortunio abbiamo saltato i winter-test, ma il lavoro per recuperare è stato pazzesco. Certo, anche le altre squadre vanno avanti, ma le mie sensazioni e quello che vedo ogni giorno mi fanno pensare ad un futuro positivo. Molto positivo". 

E' una responsabilità essere l'allievo più bravo della scuola di Valentino Rossi?
"Lo dici tu che sono il più bravo... No, non sento nessuna responsabilità e nessun peso. Forse solo perché a queste cose non penso mai".

C'è una frase di Rossi che non riesci a toglierti dalla testa? Nel bene e nel male...
"Non ce n'è una, ce ne sono di più. O meglio, si tratta di situazioni da cui traggo insegnamenti, come quello di non mollare mai. Penso al suo ritorno alla Yamaha dopo l’esperienza in Ducati”.

Ti rifaccio la domanda: cosa vuoi fare da grande?
"Il dottore".

In che senso? Il dottore od il Dottore?
"No, quello degli ospedali. Ma scherzo, voglio correre in MotoGP, non ho dubbi. Ma ripeto, so che il percorso è lungo e che prima dobbiamo dare il massimo con lo Sky Racing Team per poi andarmi a giocare la 'promozione' attraverso la Moto2".

Romano oltre le moto, chi è Fenny?
"Un ragazzo tranquillo, che ce la mette tutta nel suo sport ma sa bene che deve al più presto finire le scuole superiori. Questo è un altro traguardo importante. E poi amo stare il sabato con gli amici, magari andare al cinema".

Una curiosità: ma chi diamine ti ha dato il nomignolo Fenny?
"Ehm, Guido Meda. Dopo la gara in Qatar".

Ah, il vice-direttore. Bellissimo soprannome...