IL COMMENTO. L’umido di Assen allontana le coppie di big e la griglia è davvero stranissima. Con un Valentino Rossi secondo mentre Jorge Lorenzo è mestamente decimo. A due velocità anche le Ducati e le Honda
Quando il sole di solito bacia i belli, la pioggia ad Assen li colpisce un po’ come pare a lei . A Lorenzo mancava giusto l’acqua di Assen per continuare a mandare storto il ciclo sfigato cominciato con l’abbattimento da parte di Iannone a Barcellona.
Mettiamoci che Lorenzo ad Assen non ci si trova storicamente già di suo e il risultato è quello di due Yamaha agli antipodi, nonostante per chiunque sia la moto migliore con i piloti migliori. Rossi – perfetto dal venerdì mattina – è secondo, mentre Lorenzo è mestamente decimo.
Per non parlare della Ducati che ha Dovizioso primo (“Sono stato fortunato a poter seguire Rossi” ammette con onestà) e Iannone nono, ma condannato dal regolamento alla partenza dall’ultima casella. Dovizioso fa come Vettel: decide cioè da solo la strategia, rientrando ai box quando i suoi non se l’aspettano. Chiede una gomma dura, che è giusto quel che serve per sfruttare i primi segni di asciutto che appaiono sulla pista a fine qualifica e centra la sua quarta pole in Motogp.
A due velocità completamente diverse anche le Honda ufficiali. Marquez scivola in terra, ruba un motorino, torna ai box, prende una moto modificata all’ultimo minuto, la porta in pista e guidandola come se non ci fosse un domani guadagna il quarto tempo in griglia.
Pedrosa, con la stessa moto, le prova tutte ma proprio tutte escluso solo il giro a marcia indietro e non ci cava che un quindicesimo tempo. Che sa tanto di crisi. Giusto per stare nel campo degli opposti con la stessa moto, ecco, è il giorno del miracolo di Redding che conquista la terza casella, mentre il suo compagno, lo specialista del bagnato Danilo Petrucci, non è che nono. L’univesrità del motociclismo, come chiamano Assen, ne ha bocciati parecchi. Domenica si ripara.