Moto3, Assen gp all'italiana: in 5 davanti a tutti

MotoGp

Francesca Zambon

Cinque italiani nelle prime cinque posizioni del GP d'Olanda 2016: non succedeva da Jerez '87 (Foto Getty)
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A vincere è stato Bagnaia, ma è dalla gara di Jerez nel 1987 che l'Italia non portava nelle primissime posizioni un numero tale di piloti: allora furono Gresini, Brigaglia, Casoli, Casanova e Bianchi; oggi a stupire sono stati, oltre a Pecco, Di Giannantonio, Migno, Fenati e Antonelli

A spiegare l’importanza della giornata vissuta dall’Italia in Moto3 ci pensano i numeri: l’ultima volta di cinque italiani ai primi cinque posti di una gara nella classe più piccola era stata 29 anni fa. Era il 1987, a Jerez Gresini, Brigaglia, Casoli, Casanova e Bianchi stupirono tutti, proprio come hanno fatto ad Assen Bagnaia, Di Giannantonio, Migno, Fenati e Antonelli.

Cinque ragazzi che – a questo punto è ufficiale -sono assieme a Bulega e Bastianini, il futuro dell’Italia delle moto. Ci danno la certezza che per il dopo Rossi c’è un gruppo di talenti pronti a tenere accesa la musica ancora per molti anni.  Francesco Bagnaia, uno che più che un motociclista sembra un lord, dopo una gara che definire combattuta è poco,  conquista la prima vittoria sua e della Mahindra (la moto indiana che guida)  in volata su Migno e Di Giannantonio.

Migno non era mai salito sul podio, Di Giannantonio è un totale debuttante  in grado di bissare il secondo posto del Mugello. Secondo posto arrivato dopo la retrocessione di una posizione dello stesso Migno per aver oltrepassato il limite della pista nella curva 12. Oggi sono loro, da Torino Bagnaia, da Cattolica Migno e da Roma Di Giannantonio, la faccia festosa dei nostri nelle moto.


Nella giornata delle debacle italiana  in Motogp, si può gioire per Morbidelli in Moto2. Romano con sangue brasiliano nelle vene, Morbido chiude al terzo posto dietro a Nakagami e Zarco. Anche lui, come quattro dei primi cinque della moto 3,  fa parte dell’Academy di talenti di Valentino Rossi: anche questo GP, se ce ne fosse bisogno, dimostra che è un maestro anche quand si tratta di  scegliere e crescere i talenti.