GP d'Austria senza Stoner, è mancato davvero poco

MotoGp

Sandro Donato Grosso

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Nonostante il campione australiano sia stato tra i protagonisti dei test austriaci, ha mantenuto fede alla proprio idea e rifiutato l'offerta di correre come wild card

Ducati lo voleva con la conseguenza che Dorna (società organizzatrice della MotoGP) le avrebbe fatto ponti d'oro. I ducatisti lo sognavano basti pensare all'affetto riservatogli al WDW di Misano e la tv dal canto suo avrebbe contribuito a far uscire, da sotto la cenere del tempo, il fuoco della stima del mondo sportivo.

 

Ma Casey Stoner voleva correre davvero anche se in un solo appuntamento come wild card? Se ci basiamo sulla decisione finale è riascoltiamo le dichiarazioni monocorde del canguro la risposta è no! Ovvio. Ma se analizziamo il suo comportamento sportivo dell'ultimo periodo l'analisi è diversa. Probabilmente deve essere successo qualcosa nei due giorni di test in Austria che gli ha fatto cambiare idea. Per questo non correrà al Red Bull Ring. Difficile capire cosa. Di fatto l'esame che chiedeva a sé stesso lo ha superato sia in termini di tenuta fisica e soprattutto in termini di velocità visto che nella due giorni in pista è stato costantemente tra i primi. Se non fosse caduto nelle ultimissime battute avrebbe chiuso con il miglior tempo: roba da partire in pole nel GP di metà agosto davanti a Valentino Rossi. Anche il suo passo gara era ottimo e la sua moto reagiva a tutte le regolazioni così come quelle di Iannone e Dovizioso. Lui ha tirato, si è messo alla prova, faceva le prove per poter correre, altro che collaudatore.

 

Se ha fatto tutto questo, con le conseguenze che ha innescato, forse valeva la pena compiere l'atto finale e partecipare all'unico GP che aveva valutato di correre visto che glielo aveva chiesto espressamente la Ducati. Cosa sia scattato nella sua testa e cosa possa essersi detto nei box con i capi della Ducati non lo saprà mai nessuno e forse poco importa. Rimane uno di quei pensieri che lascia dietro il gusto dolce-amaro dei mille “se” e “ma”, con i quali non si è mai andati da nessuna parte.