MotoGP, rebus pneumatici. Quando l’azzardo paga

MotoGp

Paolo Lorenzi

GettyImages-Michelin_MotoGP_2016

Con il passaggio dalle Bridgestone alle Michelin le scelte dei pneumatici da gara sono diventate molto difficili per i piloti condizionati dalla scarsa conoscenza delle nuove forniture. E spesso chi rischia vince

Gira la gomma, gira insieme ai nomi dei vincitori che hanno conquistato le ultime gare.  Tutti diversi al pari, come sempre più spesso accade, degli pneumatici Michelin che hanno favorito il balletto dei vincitori. In altre parole l’azzardo in Motogp paga, perché puntare su uno pneumatico provato per nulla o poco, può anche aprire la strada del podio.

Nelle ultime gare sembra la regola: è successo per esempio a Iannone che contro il parere generale ha corso in Austria, con delle mescole più morbide. Risultato: una storica vittoria e facce perplesse. La Michelin, al suo rientro nel Motomondiale, è ancora alla ricerca di una costanza di soluzioni che probabilmente vedremo solo l’anno prossimo. Ma è anche vero che gli pneumatici influenzano tantissimo il rendimento delle Motogp sempre più sofisticate e potenti, e quindi molto sensibili a ogni minimo cambiamento.

Varietà di soluzioni e incertezza premiano così lo spettacolo alla faccia dei valori consolidati. A Brno Crutchlow ha vinto con una gomma anteriore dura, mai provata fino al momento della gara. A Silverstone Viñales ha trovato una dura anteriore perfetta per la sua Suzuki e pure lui ha vinto. Pedrosa ha ritrovato la strada del successo a Misano, azzardando un anteriore morbido indigesto ai suoi avversari principali. Domenica si corre ad Aragon dove la Michelin non ha mai corso ad eccezione di un test nel 2015: chi sceglierà la gomma vincente?