Una rimonta ma non solo, le meraviglie d'Australia

MotoGp

Guido Meda

Crutchlow, Rossi e Vinales sul podio del GP di Australia 2016 (foto Getty)

La MotoGP a Phillip Island ci ha regalato delle storie fantastiche. Rossi, da quindicesimo a secondo, ha corso come un ragazzino. Marquez è tornato ragazzino rovinando tutto. Crutchlow è diventato papá cambiando la sua storia

Valentino come un ragazzino

Stavolta non si può dire che a Valentino Rossi, come lo scorso anno a Valencia, qualcuno abbia ceduto la strada. La  rimonta da quindicesimo a secondo è tutta roba sua ed è il segno vivido che la sua strada umana continua ad essere quella giusta: non perdere la calma dopo un weekend difficile, non perdere la dimensione del divertimento anche in assenza reale di risultato in qualifica, nè perdere un secondo del poco tempo utile rimasto per mettere una pezza definitiva alle difficoltá. Li ha ingoiati tutti - meno uno, Crutchlow - via via, con un passo che sulle prime sembrava solo di Marquez. 

Marquez, l'importante è esagerare

Ma Marquez si é pure levato di mezzo, da solo. Nella sua stagione ha fatto un errore vero soltanto, questo di Phillip Island, a Mondiale giá conquistato, nel momento esatto in cui ha deciso che tornava a fare di testa sua. Una scelta umana. E mentre Marquez ora pensa che forse era meglio ragionare e arrivare al traguardo anche stavolta, Rossi sa con certezza che la sua storia può continuare. Ha fatto un passo avanti nel mondiale rispetto a Lorenzo rendendogli difficile la via verso il secondo posto. 

Se sono storie umane quelle di Marquez che torna a esagerare e quella di Rossi che gioca da pischello a trentasette anni, lo è anche quella di Lorenzo che a dispetto del muso lungo perennemente indossato e dei gesti imperiosi, è delicato dentro come una fogliolina nel vento.

È una storia umana quella di Vinales che va sul podio, attrezzato di grande autostima, della stessa generazione di Marquez, condannato ad imitarlo nel 2017 con la Yamaha che gli passerá Lorenzo. 

La vita nuova di papá Crutchlow

Ma la storia umana del giorno è quella di Cal Crutchlow, il vincitore, trent'anni, inglese, alla sua seconda vittoria stagionale. Non male per essere un pilota a cui stava diventando difficile dare credito. Cadeva spesso, anzi, quasi sempre, costruendosi addosso una fama da sfasciacarrozze da cui era difficile liberarsi. La Honda, che da Misano in poi ha vinto tutto, lo ha attrezzato di una moto buona, ma la moglie Lucy tre mesi fa lo ha anche attrezzato di una figlia. E la storia di Crutchlow é cambiata. È cambiato lui. Si é fatto responsabile senza perdere in spontaneitá, si é fatto intelligente in pista senza perdere in velocitá. Lá dove Marquez ha esagerato, Crutchlow ha controllato, ha vinto, si é rilanciato, consegnandoci insieme a Rossi e alla sua rimonta una pagina nuova densa di significati autentici che vanno oltre i soliti tecnicismi su moto, gomme e compagnia bella. Un buongiorno di quelli che vorremmo sempre nel quinto anniversario della morte di Marco Simoncelli. La storia umana più bella e più incompiuta di tutte.