La MotoGP dopo i test: una simmetria inattesa

MotoGp

Paolo Beltramo

Dani Pedrosa e Marc Marquez, (Jerez 2017) - Foto: Getty Images
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A Jerez Honda e Ducati sono riuscite a far funzionare le Michelin molto meglio delle Yamaha 2017 ma tutto potrebbe cambiare nuovamente a Le Mans. Rossi resta leader di un mondiale che vede raccolti ben quattro piloti in dieci punti

Una simmetria inattesa. Due vittorie Yamaha in Qatar e Argentina, poi due successi Honda in Texas e a Jerez. Quello che sembrava verità assoluta dopo i test invernali e l’inizio di campionato, cioè un predominio Yamaha e una difficoltà Honda, è diventato dubbio, incertezza, imprevedibilità. Insomma un grande punto interrogativo. Com’è possibile che i valori cambino così in fretta? È possibile soltanto considerando il fattore gomme. Allora forse si capisce il perché, anche se magari non la soluzione.

La gara texana è stata una sorta di pareggio, una transizione perché Marquez ha vinto come sempre, ma secondo è stato Rossi e Viñales è scivolato mentre era competitivo. Quindi il cambio vero di valori c’è stato a Jerez, dove Honda e Ducati sono riuscite a far funzionare le Michelin in quelle condizioni molto meglio delle Yamaha 2017. La gara non è stata veloce, ma è stata dominata dall’inizio alla fine da Dani Pedrosa davanti a MM93. Il piccoletto è stato il meglio di Jerez: pole, giro veloce, primo dall’inizio alla fine, come preferisce, vittoria numero 30 in MotoGP, 53 in totale considerando anche 125 (un mondiale) e 250 (due titoli), costanza che gli consente di essere l’unico pilota nella storia ad aver vinto almeno un GP all’anno per 12 stagioni consecutive in MotoGP, per 16 considerando anche le categorie minori.

Alla faccia di chi da anni ripete che il piccolo grande Pedrosa sia indegno di essere dov’è, cioè sulla Honda HRC ufficiale. Ora, a 31 anni e mezzo (è del 29 settembre 1985), sembra essere arrivato alla condizione di poter dare il meglio di sé stesso: più forte fisicamente, più convinto, rafforzato nel suo inseguimento del titolo in MotoGP proprio dalla propria tenacia, dalle difficoltà che ha dovuto superare sempre. E magari un aiuto grande gliel’ha dato anche la presenza di Sete Gibernau, indimenticato avversario di Valentino Rossi, che con la sua intelligenza, esperienza e maturità lo sta aiutando a vivere meglio, cioè ad andare più forte. Il consiglio fondamentale di Sete è “non devi essere felice soltanto quando vinci, ma sempre. Poi se vinci meglio, ma devi godere di ciò che fai che è bellissimo e quasi unico”. Via le castranti ossessioni da vittoria, dentro divertimento, sorriso, consapevolezza e gioia di poter fare ciò che si ama.

La Yamaha ha realizzato la moto 2017 con l’obiettivo di avere un motore un po’ più potente (obiettivo centrato) e un telaio che sfruttasse meno le gomme nella prima parte di gara, che le conservasse in condizioni migliori per il finale e questo target è stato realizzato a tratti e non sempre dai due piloti. Rossi è primo di un mondiale che vede ben quattro piloti raccolti nel piccolo spazio che sono 10 punti, ma a Jerez è stato quello che ha sofferto di più con una messa a punto che non lo ha mai soddisfatto. Né sembra aver risolto i problemi nel lunedì di test chiusi al 21° posto. Meglio Viñales sia in gara (sesto), sia nei test (primo per 2 millesimi su Marquez e Pedrosa).

Da Jerez esce anche una Ducati risorta, con un Lorenzo sempre più veloce del compagno Dovizioso e soprattutto sul podio per la prima volta con la moto italiana. Se ne va anche un Marquez confermato pienamente in lizza per il titolo. Ma tutto questo potrebbe cambiare di nuovo a Le Mans, pista riasfaltata, quindi liscia e con molto grip. Ma sentendo i piloti queste gomme sono difficili da capire a fondo: impossibile fare confronti con la stagione precedente o con un altro circuito perché ci sono troppe differenze, altissima sensibilità alla temperatura per cui a volte neppure comparazioni coi dati del giorno precedente sono verosimili. Inoltre le differenze tra le mescole sono minime, ma Yamaha non riesce a utilizzare la più dura come fanno le Honda. Insomma un bel punto interrogativo. Fatto di gomma, of course.