MotoGP, Valentino Rossi ad Aragon? Il dubbio resta

MotoGp

Guido Meda

L’ipotesi che possa correre in Spagna è remota, ma non impossibile. La fisioterapia a cui si è sottoposto nelle tre settimane scarse dall’incidente, con relativa operazione per ridurre la frattura scomposta a tibia e perone, avrebbero fatto sì che Valentino ora sia in grado di muoversi e di camminare appoggiandosi ad una stampella dando un po' di carico all’arto infortunato. Ma guidare una MotoGP è tutta un'altra cosa. 

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Per sciogliere parte dei dubbi potrebbe avere davvero senso mettersi alla prova con una moto supersportiva stradale e vedere cosa ne è del dolore e della resistenza nei tanti spostamenti di carico che la guida comporta. E ancora non avrebbe comunque tutte le risposte che cerca perché le sollecitazioni di una Motogp sono ben altro. La sede ideale di un test con una stradale avrebbe davvero senso che fosse la pista di Misano, vicina a casa. Ma le previsioni del tempo in riviera sono pessime sia per martedì che per mercoledì, quando presumibilmente il team di Rossi sarebbe già ad Aragon per prepararsi ad accogliere tecnicamente il sostituto Michael Van Der Mark.

Più un no che un sì dunque al test con moto di serie, anche se questo non comporterebbe in automatico la rinuncia a partire per Aragon. Rossi potrebbe perché no – ma è solo una nostra ipotesi estrema  – presentarsi in Spagna e salire direttamente sulla sua Yamaha M1 venerdì mattina nel primo turno di libere, fare qualche giro e poi decidere se è una follia continuare o se invece si può fare. Che resterebbe comunque un azzardo con pochi precedenti nella storia. In caso di rinuncia Van Der Mark potrebbe cominciare il suo approccio dal secondo turno di libere, lasciando che Valentino continui il suo recupero per un più plausibile rientro in Giappone quando dall’incidente sarà passato un mese e mezzo.