Ognuno per sè, Ducati per tutti. Il DNA della Desmosedici non cambia, piccole modifiche e solito carattere

MotoGp

Guido Meda

La casa bolognese ha presentato team, programmi e livrea del 2018. Dovizioso è sereno come a fine 2017, Lorenzo ha aumentato la forza muscolare. Non ci sono polemiche sui loro rinnovi, solo la speranza che la Desmosedici sia più veloce in curva per tutti

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È finita l’epoca in cui da un anno con l’altro le case rivoluzionavano le loro moto. Si procede per affinamenti, quindi le presentazioni di adesso sono di livree e team; sono occasioni per riprendere a guardarsi in faccia, a dirsi cose lasciate in sospeso. La faccia della Ducati che ha aperto per prima il luna park delle presentazioni  è ancora fortemente connotata dall’inerzia vincente del 2017 di Andrea Dovizioso. “Non ero io in stato di grazia – dice il Dovi –. Nessun miracolo. O meglio, stavo bene, ma c’erano ragioni ben conosciute e oggettive per cui sono andato forte. Che è la ragione per cui ora non sono minimamente preoccupato”.

Bene. Il Dovi ha la barra al centro e non è nemmeno agitato dal mini pandemonio sollevato dalle presunte difficoltà emerse nella trattativa per il suo rinnovo. Anche perché la trattativa non è nemmeno iniziata. “Non sarà facile” aveva detto Paolo Ciabatti, “Ciabatti ha detto cose giuste in un’intervista normalissima” ha chiosato oggi il Dovi. È chiaro quindi che se le sue pretese si riveleranno legittimamente aumentate la Ducati sarà in grado di capirlo e si strutturerà per farvi fronte trovando il migliore degli accordi possibili. Che la soluzione possa passare per una riduzione dell’ingaggio di Lorenzo dipenderà dai risultati dello spagnolo, pagato molto molto bene secondo ciò che comporta il suo straordinario curriculum, che onestamente ha chiuso in crescita il suo 2017 parzialmente deludente. La moto svelata, al di là di una baffo bianco/grigio nella carena, subirà solo modifiche impercettibili ad occhio nudo, che riguarderanno il telaio e la gestione del carattere del motore che riceverà un pugno di cavalli in più. La velocità in curva e l’uscita restano i punti deboli che hanno fatto soffrire i ducatisti su piste come Phillip Island e Valencia. Ed è ovviamente in quella direzione che si è spinto il team di Dall’Igna nell’inverno.

Bisogna uscire dal luogo comune per cui l’attitudine a curvare di una moto è solo funzione del telaio, quando anche le inerzie del motore e il suo carattere possono incidere in maniera severa sul comportamento dinamico. Saranno Stoer e Pirro per primi ad assaggiare le modifiche nel test in Malesia. Lorenzo e Dovizioso ne parlano poco e malvolentieri, ma è certo che un team sviluppo con piloti veloci e di qualità come quelli della Ducati non ce l’ha proprio nessuno. Il DNA della moto comunque non cambierà del tutto, tanto che Jorge Lorenzo ha spiegato di essersi preparato fisicamente nell’inverno per avere più forza nella guida come richiede la Desmosedici. Il cammino continua insomma ad essere reciproco, anche perché – per quanto distanti ed individualisti nella ricerca delle vittoria – Dovizioso e Lorenzo sentono le stesse cose, apprezzano gli stessi pregi, contestano gli stessi difetti. Il che li rende squadra.