MotoGP, GP Mugello 2018. Michele Pirro al box Ducati dopo l'incidente: "Fortunato, salvato dalle protezioni"

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Il pauroso incidente nelle libere del GP d'Italia non ha fermato il collaudatore della Ducati, che ha voluto essere presente al box durante la gara del Mugello: "Ho chiesto anche di salire in moto, ma c'è una prassi. Tornerò presto"

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L'incidente, la paura e il sospiro di sollievo. Tutto questo è successo in poco più di 48 ore per Michele Pirro, collaudatore della Ducati protagonista di un terribile crash durante le seconde prove libere del Gran Premio d'Italia. Il volo dalla sua moto è stato notevole, impressionante l'impatto con l'asfalto. Ma il 31enne nato a San Giovanni Rotondo ha la pelle dura e, come promesso telefonicamente a Sky Sport MotoGP HD durante la diretta delle qualifiche, domenica si è presentato al box numero 51 del team di Borgo Panigale per seguire la gara. Inevitabilmente acciaccato, con una spalla fasciata e un occhio nero, Pirro ha risposto con il sorriso alle domande di Guido Meda e Vera Spadini."Mi preferite con gli occhiali o senza?", ha chiesto ironicamente il pilota, che avrebbe avuto al Mugello la chance di correre da wild card. "Beh, così abbiamo documentato che hai un po' la faccia da panda", ha risposto Meda. 

Sulla dinamica dell'incidente

"L'ho rivisto l'incidente, ma ormai c'è poco da fare. Meglio se non succedeva perché avevamo dimostrato in quei pochi giri che avevavamo fatto la mattina di essere veloci e competitvi. Peccato non esserci stato e lottare per le posizioni che contano. Sono stato fortunato, non mi sono fatto nulla di grave. Occhi a parte, perchè sembro truccato. Sì salirei ora in moto, ho chiesto di provare. Devo dire che le protezioni che avevo hanno fatto un ottimo lavoro, quando sono decollato andavo a oltre 270 all'ora. Ci nsono prassi da rispettare, non mi gioco nulla e mi rivedrete in pista alla prossima occasione. Ringrazio tutti".

"Ho chiesto di poter correre"

"L'esito poteva essere più grave - ha ribadito -. Dall'ospedale ho chiamato anche in clinica per avere più supporto, ma non c'è stato nulla da fare. Mi hanno detto che la botta e il trauma cranico imponevano di evitare qualsiasi rischio per una settimana. Grazie a tutti i tifosi, sono diventato più famoso per questa cosa che pur tutto il resto".