MotoGP, Valentino Rossi in esclusiva a Guido Meda per il GP di Misano: "Vi spiego il mio rapporto con Marc Marquez"

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Guido Meda ha intervistato in esclusiva Valentino Rossi dopo la conferenza del GP di Misano: "Fare la pace con Marquez? L’unica cosa che conta è il nostro rapporto professionale, dobbiamo avere una certa tranquillità in pista. Poi c’è un’altra cosa, che è il nostro rapporto personale, ma quello non è importante per nessun'altro"

MISANO, TRIONFO DI DOVIZIOSO

La Romagna è la terra dei piloti, dove i ragazzini crescono a pane e moto. Lo sa bene Rossi, che definisce Misano "il weekend più importante dell'anno insieme a quello del Mugello". Poco dopo, però, non può fare a meno di ammettere: "Forse questa gara è ancora più speciale, perché si corre vicino casa mia". Misano e Rossi, un rapporto speciale che Valentino prova a descrivere in un'intervista esclusiva a Guido Meda in seguito alla conferenza stampa dei piloti.

In questo momento sta piovendo qui a Misano...

"Male, male... Avevamo bisogno di 3-4 giorni di asciutto, questa pioggia renderà la pista più scivolosa per le Libere del venerdì".

A Silverstone, di fatto, a un certo punto sei sparito dalle telecamere. Volevo sapere cosa ti è rimasta di quella "non gara", se per voi poteva essere un'occasione, dato che su quella pista la Yamaha aveva dimostrato di poter fare bene

"Secondo me ognuno non deve parlare dei suoi interessi. Il problema è che la pista non drenava la pioggia. Sabato pomeriggio ha iniziato a piovere, sono caduti tutti alla curva 7, e questo non è normale, un pilota si è fatto anche male. La cosa importante è stata prendere la decisione giusta. Vinales mi aveva chiamato per dirmi che stavano andando alla famosa riunione dei piloti, io avevo già capito che la maggior parte dei piloti non voleva correre, quindi ho detto 'Guarda Maverick, non voglio correre neanche io'. Correre il giorno dopo? E' successo una volta in Qatar, si trattava di una cosa sorprendente perché non pioveva da 6 mesi in Qatar e dieci minuti prima della gara ha iniziato a piovere. Quindi ci hanno chiesto di rimanere anche lunedì, e noi abbiamo accettato. Poi dopo quella gara tutti hanno detto in safety commission che il lunedì non si può più correre, perché bisogna essere professionali. Perché dobbiamo correre lunedì? Hai mai visto una finale dei 100 metri dell'Olimpiade fatta lunedì? Più che altro dovevano fare un asfalto buono per la domenica, anche perché in Inghilterra piove di più che in Qatar".

Misano è una pista amica per le Yamaha, oppure quando fai i conti con l'asfalto poi ti rendi conto che non è la stessa cosa?

"Misano è una pista storicamente buona per la Yamaha, a me piace molto, in passato sono sempre andato piuttosto veloce. Abbiamo fatto anche i test qui, Vinales è andato forte, io non tanto… Le Ducati sono andate più forte di noi, quindi sarà dura. Però ci proviamo, dobbiamo provarci ancora di più rispetto alle altre gare, questa insieme al Mugello è la gara più importante dell'anno, e poi l'anno scorso non ci sono stato per infortunio".

Ho una curiosità da motociclista: uno che è abituato a guidare la M1, guidare poi una R1 in pista è divertente uguale? Un pilota della MotoGP è un motociclista anche con una moto più moscia?

"E' molto divertente lo stesso, nel rettilineo ho fatto togliere il contakilometri, però è tutto un pochino peggio, va un po' più piano, ha meno grip, quindi si piega meno, frena meno, però è molto simile. Ci saranno 3-4 secondi di differenza".

Qualche giro sulla panoramica te lo facevi, tipo con la XJR, quella raffreddata ad aria...

"Sì la XJR la uso ogni tanto, però adesso quando vado in giro per strada uso molto il TMax, perché mi piace molto. I puristi delle moto diranno: "Guarda che sfigato Valentino che va in giro con il Tmax", ma a me ricorda molto quando avevo 15 anni, mi sembra di avere uno scooterone modificato, mi ricorda quando andavo in giro per strada con lo Zip, mi fa ritornare un po' giovane".

Adesso hai rimpiazzato i giri che facevi per strada con il tuo Ranch?

"No, adesso uso la moto per strada qualche volta durante la settimana, però non faccio più come una volta, quando partivamo per fare i giri con la moto. Per la nostra incolumità, abbiamo pensato fosse meglio smettere".

Ranch che peraltro ieri ha ospitato la Yamaha...

"Esatto, abbiamo ospitato il team Yamaha. Meregalli e Bollini erano due dei piloti. Meregalli è velocissimo, è uno dei più veloci, se la giocava con Cadalora. Anche Bollini non male, anche se ha avuto una leggera involuzione nell'ultimo anno. Alla fine ha vinto Cadalora. Io non ho corso, ho lasciato fare la gara a loro".

Sono stato a trovare tuo padre Graziano, che mi ha offerto delle giuggiole. Lui offre queste giuggiole come fossero il frutto migliore del mondo. Voglio sapere se sono l'unico al mondo a considerarle delle semplici mele più piccole e con meno sapore

"Sono dei frutti locali delle nostre parti. Io non sono un grande appassionato, non mi fanno impazzire. Mio padre mi ha dato lo spirito garzone, la voglia di giocare e di non prendersi troppo sul serio, ma il talento in moto probabilmente deriva da mia madre, anche lei va in moto, anche se adesso è da un po' di anni che non va".

Tra le varie cose che colpiscono di questa tua stagione, a dispetto di una moto su cui bisogna lavorare a livello di elettronica, hai ancora una voglia e una forma che sembrano completamente intatte. La percezione di avere da parte tua un momento di resa non l'abbiamo mai avuta. Ti stai ancora divertendo molto?

"I risultati sono importanti, però mi diverto molto in pista, mi piace, mi dà gusto finire le gare, mi dà gusto correre. Però mi piacerebbe arrivare più avanti. Perché i risultati, la sera, quando vai a letto, fanno la differenza per il gusto vero. Non dobbiamo mollare, perché siamo in una situazione tecnicamente difficile, però siamo la Yamaha e non ci manca niente".

Ho un po' di nostalgia dei bulldog sulla tua sella, non avendo ancora conosciuto i due golden retriever che ci sono adesso sulla tua moto. Hai cambiato completamente genere da quando non ci sono più i due bulldog Cesare e Cecilia.

"Purtroppo i due bulldog ad aprile sono morti, a distanza di dieci giorni l'uno dall'altro. E' stato molto triste. E allora insieme a mia mamma abbiamo pensato di cambiare genere, per questo abbiamo preso due golden retriever in un allevamento in Toscana, si chiamano Penelope e Ulisse".

E il gatto Rossano va d'accordo con i tuoi golden retriever?

"Rossano non va d'accordo con i cani, li odia. Però ci stiamo avvicinando, centimetro dopo centimetro. Però non so se ce la faremo. Cani e gatti possono crescere insieme, ma devono essere tutti piccoli. I cani sono piccoli e vogliono giocare con Rossano, ma Rossano ormai è un gatto grande, è un pochino disperato".

Un po' cane e gatto siete stati tu e Marquez... C'è stata questa cosa del fare la pace con Valentino, ma tu in conferenza stampa hai detto che non c'è bisogno. Lui ti ha teso la mano, ma tu non gliel'hai data

"Secondo me l’importante, l’unica cosa che conta, è il nostro rapporto professionale, dobbiamo stare in pista insieme, dobbiamo correre insieme, quindi dobbiamo avere una certa tranquillità per fare le nostre cose serenamente. Io su quello non ho nessun problema con lui. Poi c’è un’altra cosa, che è il nostro rapporto personale, ma quello non è importante per nessun'altro, probabilmente è importante solo per noi, va bene così".

Marquez e le due Ducati qui a Misano si sfideranno tra di loro, con voi che dovrete inseguirli?

"Questa è un po' la storia della stagione, con Marquez e le due Ducati che vanno più forte di noi. Purtroppo è successo spesso. alcune volte siamo riusciti a infilarci. Altre volte qualcuno ha sbagliato. Altre volte eravamo particolarmente in forma e siamo stati lì. Però in realtà andiamo un po' più piano. Probabilmente questo weekend sarà simile. Però non bisogna mollare, soprattutto perché siamo a Misano, ci sarà un'atmosfera fantastica, ci saranno tanti tifosi, che erano venuti anche l'anno scorso, ma io non c'ero per l'infortunio".

Ma in queste sere, avendo casa tua a 12 kilometri dal circuito, resti qui oppure torni a casa?

"Gli anni scorsi andavo via di sera, perché comunque dopo aver fatto tutto è bello andare a casa, per staccare un attimo. Il problema è che mi aspetta tutta la gente al cancello, sia quando esco sia quando rientro. Quindi tutto lo stress che non ho nel restare nel paddock, lo accumulo nei 20 minuti quando entro e nei 20 minuti quando esco a fare gli autografi a tutti, perché se non mi fermo sono uno s....o. Allora preferisco stare dentro. L'affetto della gente comunque mi dà grande soddisfazione e mi fa emozionare sempre, però bisogna cercare di incastrare il momento degli autografi con un Gran Premio, che non è semplicissimo".