Moto3, GP Thailandia 2018. Di Giannantonio, Dalla Porta, Foggia: il podio è tutto italiano

MotoGp

Francesco Berlucchi

Fabio Di Giannantonio (foto: Getty)

Bezzecchi cade incolpevolmente all'ultimo giro, finendo a terra dopo il contatto con Bastianini al termine di una gara da vero leader. Martin, partito 13simo, conclude 4° e porta a 26 punti il distacco dall’italiano. Al traguardo è primo Di Giannantonio, quindi Dalla Porta e Foggia (in rimonta dalla 25esima posizione)

 

IL RACCONTO DELLA GARA DI MOTOGP

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Pista nuova, stesse emozioni di sempre: Marco Bezzecchi ha 22 giri a disposizione per colmare il gap di 13 punti che lo separa da Jorge Martin, o quantomeno ridurlo. Bez parte in pole position, per seconda volta in carriera. Proprio come in Austria, dove ha poi vinto la gara, su questo tracciato thailandese disegnato da Hermann Tilke che ricorda molto quello di Spielberg. Martin parte invece dalla 13esima posizione con un’infiammazione al braccio sinistro che non gli permette di usare regolarmente la mano.

Parte bene Bez, Kazuki Masaki mantiene la seconda posizione, ma Tony Arbolino è subito aggressivo, lo passa e ottiene la seconda posizione e il giro veloce in 1’43”062. Bezzecchi, Arbolino, Masia, Binder, Sasaki e Norrodin scelgono la soft al posteriore. Dunque Bez prova ad andare via, mentre Martin, 18esimo, è decisamente in difficoltà.
Darryn Binder stacca e va lungo, troppo. Il contatto con Arbolino è inevitabile, anche Fabio Di Giannantonio deve raddrizzare la moto per non finire a terra. I due italiani perdono molte posizioni, e finiscono in decima e undicesima posizione. Nel giro successivo Albert Arenas falcia Binder e finisce nella ghiaia della curva 8 proprio insieme al sudafricano.

A 18 giri dal termine, Dalla Porta passa Bezzecchi. Li seguono Masia e Sasaki. Cade Suzuki dopo un contatto con il compagno di box Niccolò Antonelli, mentre Bezzecchi torna in testa al gruppo di testa. Dennis Foggia è protagonista di una rimonta incredibile: risale dalla 25esima alla quarta posizione ed entra meritatamente nel gruppo di testa, dove sono rientrati anche Di Giannantonio e Arbolino.
Martin è ora in 14sima posizione, Diggia si porta in testa seguito da Dalla Porta e Bezzecchi. Nel frattempo, c’è il giro veloce per in Foggia, 1’42”963, che sorprende Dalla Porta si porta addirittura in testa alla gara. Cadono Sasaki alla curva 5 e Masaki alla 8.

Foggia vuole rimanere davanti e lo fa con caparbietà; Dalla Porta, Diggia e Bezzecchi chiudono il quartetto di testa tutto italiano. Martin recupera altre preziose posizioni e risale fino alla sesta. A due giri dal termine, un contatto tra Diggia a Bezzecchi fa perdere quattro posizioni a Bez. Ma Marco non ci sta e in meno di un giro torna in testa, da vero fuoriclasse.
Ultimo giro: Dalla Porta e Diggia passano Bezzecchi, uno a destra, l’altro a sinistra. Dietro a loro, Bastianini e Foggia. Alla curva 12, Bastianini scivola e butta a terra Bezzecchi. Di Giannantonio vince, Dalla Porta è secondo, Foggia terzo. Martin, quarto, porta a ben 26 punti il distacco da Marco Bezzecchi.

“Il problema - commenta Bezzecchi, a caldo - non è stata l’ultima curva ma tutto il resto della gara. Sul rettilineo c’erano sorpassi che non servivano a niente, contatti, sono stato buttato fuori tre volte. Poi all’ultima curva mi hanno steso: come buttare via un ottimo weekend. Ma all’ultima curva sono cose che succedono, uno ci prova: è andata così a causa di quello che è successo prima”.

“E’ stata la gara più difficile della mia carriera - spiega Di Giannantonio -, ma la pista mi piace molto e la moto era perfetta. Provavo a spingere un po’ di più ma volevo salvare le gomme. Poi all’ultimo giro era champagne o ghiaia, ed è stato champagne un’altra volta. Il titolo mondiale? Io ci credo”.