MotoGP, Vinales verso la nuova stagione: "Per vincere nel 2019 ho bisogno di un mental coach"
MotoGpA caccia del riscatto dopo gli alti e bassi delle ultime stagioni, Vinales a Motor Sport Magazine sottolinea il proprio impegno sul fronte caratteriale: "Sto lavorando molto sull'aspetto mentale, mi rendo conto di aver bisogno di un mental coach"
MOTOGP 2019, IL CALENDARIO DELLE GARE - I TEST - LE PRESENTAZIONI
Tra meno di un mese, il 4 febbraio, la Yamaha a Jakarta svelerà le moto con cui affronterà il Mondiale 2019 (diretta su skysport.it). Maverick Vinales, che ha deciso di abbandonare il n.25 preferendo il 12, prima ancora di parlare della sua M1 però sottolinea un elemento che ha un ruolo fondamentale nel Motomondiale: la testa. Lo spagnolo ne parla a Motor Sport Magazine: "Sto lavorando molto duramente sull'aspetto mentale. Sto cercando un mental coach, ma non è facile, perché ho bisogno di trovarne uno che mi capisca bene. A volte mi rendo conto di non essere completamente concentrato, quindi so di avere bisogno di migliorare da questo punto di vista". "Sono il tipo di persona che vuole migliorare ogni anno, e se trovo un buon mental coach potrei progredire tanto - spiega Vinales - perché quando ho fatto alcune brutte gare la scorsa stagione è stato in parte dovuto al fatto che fossi giù di morale".
La mancanza di fiducia
"In Qatar, per esempio, ero il più veloce in pista nella seconda parte di gara ed ero riuscito a recuperare 4 secondi sui primi", ricorda Vinales, "Ma ero emotivamente giù perché nel 2017 ero partito dalla pole e poi avevo vinto la gara... Se fossi stato più motivato, più fiducioso, forse sarei arrivato secondo in campionato".
I limiti del 2018
Dai problemi mentali a quelli di setup: "All'inizio del 2017 riuscivo a curvare con molta velocità grazie alla vecchia carcassa della gomma davanti. Quando Michelin è passata a quella più dura la linea è diventata un 'frena tardi, ferma la moto e vai'. Sono riuscito a farlo solo alla fine del 2018, però, dopo aver cambiato il setup della moto". Il disastroso GP di Aragon (dove era partito 14esimo chiudendo decimo) è stata una tappa importante della scorsa stagione, cui è seguita quella in Thailandia (conclusa al terzo posto): "Dopo Aragon ho deciso: 'ok, da ora in avanti farò come dico io, userò dall'inizio alla fine il mio stile di guida'." Un confronto con Rossi? "Io freno più tardi di lui, che però entra in curva con maggiore velocità. Io preferisco tenere il freno in mano finchè non riapro il gas. Ho cercato di rendere la M1 più adatta a questo stile. Valentino ed io avevamo un assetto molto simile fino al GP in Thailandia, ora invece ne usiamo due molto diversi".