Superbike 2019, Bautista divora l'Australia: sua sprint e gara-2. Risultati e classifica

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Senza strategie, senza limiti e senza riguardo lo spagnolo monopolizza il weekend di Phillip Island. Diventa un cruccio grande per Rea tre volte secondo. Diventa un sogno per la Ducati che al momento vola solo con lui

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Chi si mettesse in casa una Ducati Panigale V4 le darà valore facendola autografare da Alvaro Bautista che ne è già il simbolo. È lui che al primo round della stagione Superbike la battezza e la rende grandiosa vincendo tutto quello che c’è da vincere: Gara1, la nuova gara Sprint per la pole e anche gara 2. Pensate allora cosa sarebbe della Ducati in Superbike senza di lui dopo questo il primo round. È una moto con delle pretese, con i vizi e le peculiarità delicate e impegnative di una MotoGP, ma derivata dalla serie. Bautista le asseconda tutte, cacciando sul traguardo venti secondi di distacco a Rea, secondo. Gli altri ducatisti assecondano la moto un bel po’ meno, anche se un passo avanti con il settimo posto Chaz Davies lo ha fatto.  

Il risultato di Bautista vale molto anche in relazione a Jonathan Rea che negli ultimi anni è sempre stato considerato un pilota buono per la zona alta della MotoGP. Rea sullo stacco in partenza è un gatto, ma a Bautista - che dalla MotoGP proviene -  basta girare il gas a fondo e infilare tre marce a raffica per passargli davanti ed entrare primo alla prima curva. Da lì in poi fa tutto da solo, proprio come era già successo in gara1. E’ come se non avesse la necessità di gestire le gomme che a Phillip Island sono un problema storico. La domenica si presenta con dieci gradi di temperatura in meno, ma Bautista è carico di più. Rea, che dopo gara 1 aveva raccontato di aver corso al 60% delle sue possibilità, continua sulla stessa linea di Gara1, giocando un gioco pericoloso con il compagno di marca e team Kawasaki Leon Haslam di cui riesce a liberarsi solo nel finale che vale il podio ad entrambi: Rea secondo, Haslam terzo.
Alle loro spalle è un pacchetto di Yamaha con Michael Van der Mark quarto su Alex Lowes e su Marco Melandri, che a metà gara sembra in palla e pronto alla rimonta come in Gara 1, ma poi finisce di soffrire lì chiudendo sesto davanti a Davies.

La Ducati insomma è superiore, ha un motore superiore, si vede, va più forte, ma non è un vantaggio che tutti i suoi piloti riescono a sfruttare. E’ una chiave di lettura che ha dei risvolti lievemente polemici nel paddock dove il motore bolognese è criticato, ma soprattutto invidiato da tutti. Se ha vinto tutto, ma solo con Bautista, significa che Ducati ha sì un grande motore, ma ha trovato per la propria Superbike soprattutto un grande pilota. 

Classifica World Superbike dopo il primo round