A pochi giorni dall'inizio del Mondiale, Sky Sport ha realizzato uno speciale dal titolo "Vale & Maverick, un nuovo inizio" per spiegare al meglio le novità in casa Yamaha, raccontate direttamente dalle voci di Rossi e Vinales, intervistati in esclusiva da Sandro Donato Grosso
ROSSI PROVERA' LA MERCEDES, HAMILTON LA YAMAHA
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La stagione 2019 sarà una sorta di anno zero per la Yamaha. Dopo il deludente 2018, l’anno nuovo porta con sé tante novità, che riguardano diversi settori. Il più evidente riguarda la nuova livrea della M1, con il nuovo sponsor e i nuovi colori "nerazzurri" tanto cari a Valentino Rossi, appassionato tifoso dell’Inter. Ma le novità più importanti riguardano gli aspetti tecnici: dal nuovo project leader Takahiro Sumi al nuovo capotecnico di Maverick Vinales, Esteban Garcia. Nella settimana che apre il Mondiale 2019, Sky Sport ha realizzato uno speciale dal titolo "Vale & Maverick, un nuovo inizio" per spiegare al meglio tutte le novità in casa Yamaha, raccontate direttamente dalle voci di Valentino Rossi e Maverick Vinales, intervistati in esclusiva da Sandro Donato Grosso.
Di seguito il testo integrale dell'intervista.
Che stagione può essere questa del 2019? Quali sono i nuovi propositi?
Rossi: "Questo è un momento sempre molto eccitante, abbiamo un sacco di buoni propositi e tanta motivazione per fare meglio, perché veniamo da un anno un po’ difficile per tutta la squadra Yamaha. Sembra che anche i nostri capi e i nostri ingegneri giapponesi siano molto motivati a migliorare. Quindi ci piacerebbe essere più forti e più competitivi rispetto al 2018".
Vinales: "Penso che la Yamaha si sia resa conto di aver sbagliato nel 2018, soprattutto con il motore. Quindi dobbiamo lavorare bene, dobbiamo capire cosa ci è mancato in pista e provare a fare la miglior moto possibile per il mio stile di guida".
Valentino, hai messo l’aspetto della competitività in relazione con la tua voglia di metterti ancora in gioco: se puoi essere ancora competitivo, allora ti diverti anche se hai fatto tante stagioni in MotoGP. È proprio così?
Rossi: "Sì, quando ho firmato questo contratto di due anni sapevo che sarebbe stato un grande impegno per me perché inizio a essere grande. E due anni solo lunghi. Mi sento pronto, nel senso che mi piace molto quello che faccio. Sono molto motivato nel cercare di arrivare davanti, nel provare ad andare forte con la Yamaha. Poi se arrivano i risultati, allora funziona tutto più facilmente".
Maverick, cosa può rappresentare per te la stagione 2019? Considerando che tu sei il pilota che ha riportato la Yamaha al successo a Phillip Island…
Vinales: "Per me deve essere una stagione di miglioramento. Sarei molto contento se riuscissi a finire il Mondiale in una posizione migliore rispetto al 2018 (4° posto con 193 punti, ndr). Voglio lottare per essere lì davanti, essere più costante in ogni gara".
Valentino, devi dimenticare un 2018 dove i mal di pancia sono stati tanti…
Rossi: "Quello del 2018 non è un Mondiale da dimenticare, alla fine della stagione sono arrivato terzo. Però ad esempio non ho mai vinto, anche se ci sono andato vicino in un paio di occasioni. Questo è un aspetto che mi piacerebbe migliorare nel 2019".
Maverick, perché hai scelto il 12 come nuovo numero?
Vinales: "Per me era molto importante fare un cambio. Era già da un po’ che volevo prendere il 12, è il numero della mia data di nascita (12 gennaio 1995, ndr). Mi piace l’idea di portare questo numero con me in moto".
Parliamo un po’ dei cambiamenti dal punto di vista tecnico. C’è un nuovo project leader in Yamaha, Takahiro Sumi.
Rossi: "Sì lo conosco, ci ho già lavorato. Mi sembra bravo. Sta cambiano qualcosa…"
Poi ci sono altri cambiamenti generali. L’Europa ha più peso specifico, gli ingegneri elettronici, il test team europeo con Folger… Cosa ne pensi?
Rossi: "Non è cambiato soltanto il project leader, ci sono tanti aspetti su cui dobbiamo lavorare meglio. La Yamaha deve avere un approccio alla MotoGP più moderno, come hanno fatto Ducati, Honda e anche Suzuki. Sembra che si sia mosso qualcosa lo scorso inverno. I nostri ingegneri giapponesi sono tutti molto carichi. Nel team non manca niente, c’è una bella atmosfera. Abbiamo un buon gruppo di lavoro".
Maverick, hai un nuovo capotecnico, Esteban Garcia, e un nuovo coach, Julian Simon. Perché hai scelto loro?
Vinales: "Ho lavorato con Garcia nel 2013 quando ho vinto il Mondiale. Ma non l’ho preso perché abbiamo vinto il Mondiale insieme, l’ho scelto perché mi trovo bene con lui. Se ad esempio andiamo a cena, mi sento a mio agio con lui. Mi sento molto sicuro con Esteban, so che farà il meglio per me, quindi mi rende molto tranquillo. La scelta di Simon? Julian è matto! (sorride, ndr). Abbiamo lavorato insieme quest'inverno, va ancora molto forte in moto".
Lin Jarvis ha detto che bisogna essere più aggressivi, come la nuova livrea della Yamaha. Può esserci un parallelismo grafico?
Rossi: "Sì è vero, la Yamaha di solito è sempre conservativa. Si muove a piccoli passi cercando di essere sempre sicura. Invece adesso bisogna spingere un po’ di più, rischiare un po’ di più. Li vedo pronti. Penso che alla Yamaha non manchi niente per essere al top nella MotoGP".
Maverick, nel corso della presentazione della nuova Yamaha, hai detto che il tuo obiettivo è battere Rossi. Non è un obiettivo da poco…
Vinales: "Stavo scherzando, non lo penso veramente. È molto importante essere lì davanti, ciò che conta è essere competitivi. Naturalmente il primo avversario da battere è sempre il tuo compagno di team".
Quali sono gli avversari principali per il Mondiale?
Rossi: "Sicuramente Marquez e Dovizioso sono i favoriti. Poi ci siamo io e Vinales. Poi ci sono Lorenzo, Petrucci, la Suzuki con Rins, ci sono tanti outsider".
Vinales: "Secondo me il favorito è Lorenzo: la moto è incredibilmente forte, Jorge sa guidare bene, è un pilota di livello molto alto, quindi sarà lì davanti. Proprio come Petrucci, che conosce molto bene la Ducati. In generale saranno 4-5 i piloti che saranno lì davanti".
Per voi è più facile avvicinarvi alla Ducati o alla Honda?
Vinales: "Per il momento loro sono avanti, quindi dobbiamo lavorare molto".
È la stagione dei 40 anni, tu hai già iniziato a giocare su questa cosa… Giocherai molto sulla tua età nel corso di questa stagione?
Rossi: "È meglio prenderla a ridere. Io sto facendo dei test per il futuro: cerco di dimostrare che si può essere competitivi anche a 40 anni. Nei prossimi anni lo farà anche qualcun altro".