Mondiale Superbike in Thailandia, nell'inferno di Buriram

MotoGp

Rosario Triolo

La seconda tappa del Mondiale di Superbike, in programma in Thailandia, metterà a dura prova tutti i potagonisti della stagione: viaggio, allenamento, sicurezza renderanno il GP particolarmente complicato...

Round Thailandia in diretta su Sky Sport MotoGP e Sky Sport Uno. Sabato Superpole dalle 7, Race1 dalle 10. Domenica: Superpole Race dalle 7, Supersport race dalle 8.15, Race2 dalla 10

SUPERPOLE IN THAILANDIA: I RISULTATI

LO SPECIALE SUPERBIKE

Mentre Bautista e Rea non trasmettono le loro sensazioni attraverso i social, ma preferiscono raccogliere le forze per concentrarsi sul secondo round della stagione nel silenzio, la Superbike si prepara all'inferno. Perché il GP di Buriram sarà molto più complicato di una qualsiasi serie di turni di prova e gare.

Il primo girone affrontato dai piloti è stato il viaggio. Lunghissimo, infinito, da demolire ogni resistenza. Oltre alle (almeno) undici ore di aereo dall'Europa a Bangkok, la maggior parte dei team ha poi preferito muoversi dalla capitale della Thailandia alla regione del circuito in auto: altre sei ore per arrivare finalmente a destinazione. Ogni viaggio ha avuto le sue caratteristiche: quello di Alex Lowes, per esempio, è stato peggiore degli altri. Il pilota Yamaha ha infatti deciso di non accendere l’aria condizionata, per acclimatarsi alla temperatura bollente che lo aspetterà dentro la tuta. A oltre 40 gradi, come mostrato da Cortese su Instagram, una vera prova di resistenza.

Superato questo secondo girone, i piloti hanno avuto a che fare con la questione sicurezza. Non in pista: in strada. Melandri ha annunciato di non aver mai provato tanta paura come su un tuk-tuk, e che andare a 300 all'ora in circuito è decisamente più "tranquillo". Del Bianco ha registrato una tranquilla escursione familiare di tre persone su un motorino tutte insieme e senza casco.

Allenarsi, per tutti, un altro bel problema: praticamente senza ossigeno, in Thailandia il ritmo delle corsette più che da atleti sembra da maratoneti amatoriali della domenica, di quelli che partecipano alle gare podistiche di paese.

Per fortuna, alla fine di questo complicatissimo cammino, per qualcuno è arrivata la ricompensa: l'apparizione di Buddha, in cima a un percorso di numerosi gradini, attrazione turistica e mistica da visitare assolutamente prima di indossare il casco e girare come matti nel cuore dell'inferno. Lì dove bisognerà prolungare il "silenzio" del drago Bautista, imprendibile a Phillip Island, e del cannibale Rea, che ha vinto sei gare su otto nella storia del circuito di Buriram.