Dopo la gara del Qatar, in cui la Yamaha ha fallito il podio dopo 14 anni, gli occhi sono puntati su questi due team in Argentina. Con la Suzuki in agguato.
Rio Hondo è al suo sesto weekend di gara, ma all’Argentina spetta un primato curioso: fu il primo GP extra-europeo del Motomondiale. Era il 1961, ed il mondiale si disputava già da 12 anni quando le due ruote varcarono l’atlantico per correre a Buenos Aires. L’evento, piazzato a fine anno, venne per lo più disertato dai piloti europei e venne cancellato dopo tre sole edizioni. Dopo un ritorno nel 1987 e quattro edizioni dal 1994 al 1999, si approdò definitivamente a Rio Hondo nel 2014.
L'alternanza
La Honda è il team più vincente a Rio Hondo, ma, curiosamente, ha vinto solo negli anni pari: 2014, 2016 e 2018, nei primi due casi con Marquez, nel terzo con Cal Crutchlow. Negli anni dispari ha vinto la Yamaha, con Rossi e Vinales: i piloti Yamaha sono quindi richiamati a confermare questa alternanza, anche se il loro bottino di una sola vittoria nelle ultime 30 gare disputate (Phillip Island 2018) sembra ridimensionare le loro possibilità.
Ducati per la riscossa
Il bottino per Ducati a Rio Hondo finora è stato magro: un solo podio (il secondo posto di Dovizioso nel 2015). Nei circuiti in cui si è sempre corso dal 2014 in poi, solo in altri due tracciati la Ducati ha raccolto un solo podio: Jerez e Sachsenring. Dovizioso, Petrucci e gli altri piloti della casa italiana sono quindi ai blocchi di partenza per rettificare questo dato decisamente al di sotto della media, a cui si aggiunge la beffa: nelle ultime 4 edizioni, una Ducati si è sempre classificata al 4° posto a Rio Hondo… .
Suzuki per la conferma
La Suzuki l’anno scorso andò a podio qui con Rins, in circostanze molto particolari visto il meteo bizzarro ed un Marquez…altrettanto bizzarro. Si tratta del loro unico podio a Rio Hondo, ma la forma mostrata in Qatar consiglia di tenerli d’occhio. Hanno mancato il podio, ma Rins e Mir hanno occupato a lungo le posizioni di testa. Rins è riuscito anche ad andare al comando e, avendo condotto per un giro anche l’ultima gara di Valencia, ha infranto un piccolo tabù per la Suzuki: non andavano in testa in gare consecutive da 17 anni! Il precedente si era verificato nei GP di Portogallo e Rio de Janeiro del 2002 (Sete Gibernau e Kenny Roberts Jr.).