Rossi, oggi come ieri, ancora protagonista. Non ha masi smesso di crederci, ha continuato a spronare il gruppo rappresentandone il riferimento. Ha ritrovato vecchie emozioni e nuove motivazioni. E come sempre è l’esempio da seguire
La felicità, l’esultanza, quell’espressione impertinente da ragazzino sempre pronto a a scherzare e divertirsi. Rossi non è un fenomeno soltanto perché a 40 anni gareggia come se ne avesse 20 di meno. Sbalordisce per la continuità, per la capacità di spostare i limiti fisici e temporali. Non ha mai smesso di credere al decimo titolo, il Dottore, anche negli anni difficili, nonostante una Yamaha in crisi e un nugolo di avversari agguerrito e affamato di successi. Rossi è tornato, per restare sui livelli più alti, spinto dalla volontà di essere ancora un protagonista. Che ci riesca o meno fino alla fine, poco importa, lui quest’anno è ripartito con le stesse convinzioni. Ha guidato il gruppo al rilancio, ha ridato fiducia a una squadra demotivata, ha spronato tutti a seguirlo. Ancora una volta. E i risultato gli danno ragione: Valentino è tornato protagonista, in sella a una moto che nelle sue mani sembra rinata. E soprattutto resta ancora una volta il riferimento della squadra giapponese. Non sarà certo una passeggiata, lui lo sa. Valentino scherza ma è terribilmente razionale quando deve misurarsi con la realtà. Conosce bene il valore di Dovizioso e Marquez, la forza di Ducati e Honda, e il pericolo rappresentato dai nuovi talenti. Ma quando in gara capita l’occasione, statene, certi, difficilmente se la farà scappare. Anche questo è Rossi.