Il maiorchino abbandona i test di Misano dopo mezza giornata in sella. Troppa infiammazione, troppo dolore, troppo alto il prezzo da pagare per aver corso a Silverstone, ma intanto il tempo passa e la confidenza con la Honda stenta ad arrivare. E’ stato un anno di massacri a cui ha reagito attraversando oltre al dolore anche le polemiche e i ripensamenti
Di Jorge Lorenzo nelle scorse settimane si è parlato più per il futuro della sua carriera che non per i tempi legittimi della sua convalescenza, dopo un infortunio serio e realmente inabilitante. Ha corso a Silverstone, i maligni dicono che lo avrebbe fatto per non risultare inadempiente, i comprensivi sanno invece che razza di lottatore sia e non si sorprendono: "Di soldi ne ha abbastanza da non avere bisogno di quelli della corsa inglese". Vero. Che la Honda Jorge non l’abbia ancora digerita è altrettanto evidente, del resto non ne ha nemmeno avuto il tempo. Nella pausa estiva i contatti con Ducati avvenuti tra il suo management e Gigi Dall’Igna ci parlano di un’iniziativa che è stata bilaterale, a prescindere da chi sia partita. Se fosse partita da Jorge sarebbe umanamente spiegabile un ripensamento dopo aver vinto con la Ducati ciò che con la Honda non ha raccolto più. Umano se non altro, come ha ammesso lui spiegando che in un momento di vera difficoltà un pilota pone a se stesso un sacco di domande. La Ducati poi avrebbe voluto evitare di passare per quella che ha fatto il primo passo, dicono, imponendo a Jorge di non negare davanti alla stampa che l’interesse fosse reciproco. Ma che a Gigi Dall’Igna Lorenzo manchi di brutto non è un mistero. Il cammino del maiorchino è stato devastante già da quando era ancora in Ducati, quando - mentre finalmente era diventato davvero veloce e vincente - cominciarono gli infortuni che di fatto lo annullarono nella seconda parte del 2018; a cui poi si sono aggiunti quelli di stampo Honda del 2019. Ma mentre con Ducati guidava con padronanza, con Honda non è più riuscito a farlo. Forse semplicemente non ne ha avuto il tempo. Tutto questo rischia però di far passare in secondo piano la realtà dei fatti: due fratture vertebrali non sono affatto una banalità per chi fa uno sport in cui il collo e la schiena sono funzione fondamentale della dinamica in sella. Sotto questo aspetto di Jorge bisogna fidarsi! Jorge Lorenzo sta semplicemente tutelando se stesso per tornare al meglio. Tutela se stesso per tornare sulla Honda quando la paura di farsi male, che ora c’è, non sarà più così condizionante come ora. E a quel punto potrà riprendere a lavorare con il Giappone, magari perchè la Hrc gli vada davvero un po’ incontro per fornirgli una moto che non sia guidabile solo da Marquez, ben tutelato peraltro da Puig e dal manager personale Alzamora. Marquez medesimo non se lo augura, anzi, non ha risparmiato a Lorenzo delle critiche puntute riguardo al suo essere campione e alla sua professionalità. Cattivello e anche un po’ gratuitamente dato che l’ha colpito nel momento di massima vulnerabiltà e dato che Jorge nel 2019 non è mai stato per lui un vero pericolo. Ma di chi devi avere un timore se non di qualcuno che ritieni un campione? E dove è più pericoloso un avversaro campione? Nel proprio box o alla concorrenza?