MotoGP, il punto forte della Honda 2019 è un problema per Lorenzo

MotoGp

Rosario Triolo

Il cinque volte campione del mondo, sfiduciato sulla conclusione della stagione, non è a suo agio con il super-motore che ha raggiunto la Ducati: "In Giappone continueremo ad avere problemi, e il limite principale è il motore"

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Nella giornata speciale dell'ottavo titolo in carriera di Marc Marquez per la Honda rimane un'ombra: è quella di un cinque volte Campione del Mondo che prende quasi un minuto di distacco dal compagno di squadra. Jorge Lorenzo in Thailandia è andato piano, pianissimo rispetto al dominatore della stagione. Purtroppo per Jorge, ma anche per il Motomondiale in generale, trovarlo così lontano dal compagno in questo campionato non è una novità. Sia quando è stato infortunato, e cioè per gran parte dei gran premi affrontati, sia quando è stato quasi al top della forma, come nella gara di Buriram, Lorenzo non è mai riuscito ad avvicinarsi a Marquez, e l'unica eccezione, il weekend di Barcellona, è terminata con uno strike con altri piloti che ha tradito la necessità e l'impazienza di Jorge di essere al top, come sempre nella sua carriera.

In fondo, da quando Marquez è in MotoGP, Lorenzo è stato l'unico oltre a lui a vincere un titolo. Da Buriram Jorge ha trasmesso una "novità" riguardo ai suoi problemi di adattamento alla Honda. Auspicando ancora una volta che in Giappone ci si adoperi per creare una moto che vada bene anche agli altri piloti, e che non sia "solo" un vestito su misura per Márquez, ha dichiarato che per lui il problema principale è che "il limite lo crea il motore". Un'affermazione che sembra strana, alla luce del fatto che fino alla scorsa stagione il punto debole della Honda rispetto alla Ducati era considerato essere proprio la potenza, incrementata nel 2019 tanto da annullare praticamente il gap su questo punto specifico rispetto alla moto dell'ingegner Dall'Igna.

"Sarebbe interessante che la Honda si focalizzasse nel migliorare il problema che crea il motore nelle curve, affinché non ci sia un solo pilota in grado di vincere le gare con questa moto", ha detto Lorenzo, lamentando un'erogazione troppo scorbutica nei tratti in cui la percorrenza fa la differenza. Che la percorrenza sia un punto forte della Yamaha, che ha un motore decisamente meno potente di Honda e Ducati, è un fatto. Ma che le migliorie di Honda sul motore abbiano ulteriormente aiutato Marquez ad avere un ruolo dominante in MotoGP è altrettanto chiaro.

L'appello di Lorenzo sembra condiviso dagli altri piloti Honda. Ma è difficile immaginare che in Giappone, con un Marquez da convincere al rinnovo di contratto, si possa davvero pensare di intervenire sulla moto con l'idea di aiutare gli altri ad andare forte rischiando di danneggiare la macchina perfetta della simbiosi RC213V-Marc. Che il pilota Honda più vicino in Thailandia sia stato Nakagami, a quasi mezzo minuto dal Campione del Mondo, per ora è un dettaglio che non toglie il sonno a nessuno. Ma che certo diventerebbe un problema gigante se mai Marquez dovesse decidere di lasciare la Honda per una nuova sfida.