MotoGP, GP Thailandia. L'editoriale di Guido Meda: "Marquez non ha punti deboli"

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Guido Meda

Marc Marquez ha vinto in Thailandia conquistando l'ottavo titolo mondiale in carriera, dopo un'annata ai limiti della perfezione

LA CLASSIFICA - LE STATISTICHE DI MM93

FOTO/1. MARQUEZ E I CICLI NELLO SPORT 

FOTO/2. GLI 8 MONDIALI DI MARQUEZ

Esaurita la creatività per gli aggettivi, anche volendo adesso è onestamente difficile trovare a Marquez un punto debole. La sua stagione è stata un vero capolavoro, perché in pista si è alleggerito degli ultimi difetti lavorando con una capacità autoevolutiva persino imbarazzante.

In passato vinceva lo stesso sì, ma a volte esagerava e cadeva. Oltre a Rossi aveva se stesso per nemico. Ora non più. Studia gli altri, nel dettaglio. Sa tutto di ognuno, è pronto dal venerdì mattina e quando cade…non cade, secondo una tecnica sua che dovrà pure fare scuola. Delle gare del 2019 ad oggi ne ha vinte nove, nelle altre è stato secondo quando è andata male; una volta sola fuori.

Ha unito al DNA, che fa il talento motociclistico, un lungo processo di costruzione per essere anche tempestivo nelle decisioni, chirurgico su ogni avversario, sicuro di se stesso, affamato di energia, anche quella negativa… che tanto poi la converte lui. La sua intelligenza veloce lo ha reso leader di un box che è ormai reattivo e preciso come lui, educato così a sua immagine e somiglianza come riferimento di un metodo invidiato dagli altri.

Funziona da vincente in ogni situazione: quando le gomme si consumano arriva a giocarsela con Dovizioso, quando le gomme tengono fino all’ultimo giro se la vede con Quartararo che è la novità, la prospettiva a cui mettiamo tutti fretta a partire dal prossimo GP del Giappone per sconfiggere il timore naturale di una monotonia da vittoria.

Marquez è il Rossi degli anni migliori ed è a Rossi che punta a quota nove, ma senza cambiare moto. E poi magari anche oltre, che i sogni non costano niente e di tempo davanti a 26 anni ne ha un’infinità.