MotoGP, Biaggi: "Iannone, la squalifica per doping è un controsenso"

La reazione
Antonio Boselli

Antonio Boselli

Ambasciatore Aprilia, Biaggi commenta la squalifica di 18 mesi inflitta a Iannone (doping per contaminazione alimentare): "Non finirà così, bisogna fare chiarezza ricorrendo al TAS". Su Rossi: "Più si va avanti più è complicato per lui". Quartararo è il futuro: "Nel 2021 batterà Marquez". Il 3 aprile è il "Biaggi day" su Sky Sport MotoGP (canale 208): dalle 6 programmazione speciale dedicata al  sei volte campione del mondo

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Ciao Max, come stai, nonostante il momento surreale?

"Bene, abbastanza, rinchiuso ma bene. Penso che nessuno mai avrebbe pensato di ritrovarsi in questa situazione, sarà un pezzo di storia che racconteremo fra tanti anni. Spero che finisca anche presto, rimanere in casa non è il massimo".

 

Tu sei anche proprietario di un team Moto3, che programma state seguendo?

"Di fatto, dopo un'annata stupenda con il secondo posto in classifica di Aron Canet, quest'anno ci siamo ampliati, abbiamo due piloti tra cui Romano Fenati. Abbiamo corso già in Qatar, eravamo pronti per la seconda gara e poi è successo quello che è successo. Ora è inutile rifare i calendari, bisogna aspettare".

 

Domani sarà una giornata dedicata a te sul canale 208, con le tue gare più belle

"Bello rivedere le mie gare, anche se io non lo faccio mai perché è come riaprire un cassetto della memoria che è meglio rimanga lì. Anche se quando fate un pacchettino così di gare, mi viene la voglia di accendere il 208 per vederle".

 

Andrea Iannone è stato sospeso per 18 mesi, la cosa strana è che è stata riconosciuta la contaminazione alimentare quindi un'assunzione non intenzionale della sostanza dopante. Cosa ne pensi?

"C'è la consapevolezza che non è stata intenzionale però è stato punito, mi sembra un controsenso, non una cosa chiara. È stato assolto virtualmente, però condannato praticamente. Non credo finirà così, bisogna fare chiarezza magari ricorrendo al TAS, se non c'è stata volontarietà perché condannarlo?"

 

Hai parlato con lui in questi giorni, non deve essere facile essere assolto ma condannato

"Per qualsiasi atleta che riceve una sentenza del genere non è solo spiacevole ma è demotivante, ti butta giù, ti toglie la voglia di fare tutto. Un atleta vive la sua preparazione ogni giorno, mattoncino dopo mattoncino, cerca di mantenere la condizione fisica. Questa cosa invece butterebbe giù tutti, è difficile mettersi nei suoi panni, mi auguro sia più forte di questo e cerchi di superarlo alla grande. Noi come Aprilia gli siamo vicino, speriamo si risolva al meglio".

Abbiamo tutti nella testa le immagini del ritiro di Valencia di Jorge Lorenzo, quando poi non ha mai avuto voglia di smettere evidentemente. Qual è la tua interpretazione, si fermerà al ruolo di tester o tornerà in pista a tempo pieno?

"Mi sento con Jorge tutti i giorni, quando l'anno scorso stava decidendo se smettere o meno io insistevo con lui, non doveva lasciare nettamente la moto, ma essendoci passato pure io gli avevo consigliato di fare il tester. All'inizio non ne voleva proprio sapere, per poi nelle ultime due, tre gare e questo inverno ha cambiato idea e si è accordato con Yamaha. Farà anche delle wildcard, ma secondo me il suo intento non è entrare e far vedere che è in grado di vincere, la sua intenzione è quella di essere parte di un progetto, di uno sviluppo di un'azienda importante. Si mette a totale disposizione, senza cercare la prestazione da campione qual era e quale è stato, una cosa molto diversa".

 

Conoscendolo, se andasse forte, avrà voglia di tornare a correre...

"Non lo so, quando smetti di correre lo fai non solo come semplice decisione, lo fai nella tua testa e il tuo corpo non è più alimentato dall'energia che ti permette tutti i giorni di alzarti, allenarti, di essere motivato. Quando non c'è più questa cosa (e non c'è nel suo caso perché ha smesso anche per questo), non credo che lui voglia fare altro rispetto a quello che ha detto. Poi magari cambia, chissà...".

Mi aggancio a Valentino Rossi, pensi che un'annata più corta possa spingere Rossi a continuare anche l’anno prossimo?

"Non è la durata di un campionato ma l'intensità che vivi, possono essere anche 8-10 gare invece che 19-20, cambia poco. Certo, pensare un anno in più è possibile, per me sarebbero troppe ma c'è chi molto più giovane di lui ha smesso, vedi Lorenzo o Stoner, dunque tutto è possibile. Certo più vai avanti e tutto è più complicato".

 

Ti ha sorpreso la Yamaha che ha rinnovato Vinales e Quartararo nel team ufficiale ma non Rossi?

"Credo che sia una decisione che una multinazionale prima o poi dovesse fare, è normale, lo abbiamo visto nel calcio: i campionati vanno avanti, le squadre anche, gli organici vanno rinnovati. È la normalità delle cose, anche i piloti crescono, alcuni pensano anche a costruire una famiglia, insomma è la normale evoluzione delle cose".

Pensi che per Quartararo sarà una stagione più complicata di quella del debutto, considerando anche le grandi aspettative su di lui?

"Un pilota come Quartararo ha fatto delle cose eccellenti al debutto, stupendo un po' tutti perché da tanti anni non si vedeva un pilota come lui, è innegabile. È stata una ventata nuova, un pilota che dal niente è diventato quasi un top rider della MotoGP al debutto. Se nel 2020 confermerà le sue aspettative, questa sua progressione, nel 2021 quando sarà ufficiale sarà già pronto per poter lottare per quel Mondiale. Già da questa stagione si capirà se il 2021 sarà l’anno della consacrazione".

 

Dove metti Quartararo in termini di talento, a livello di Marquez? O a un livello più basso?

"Penso che abbia tanto talento, ha la gioventù dalla sua parte, la voglia di arrivare che è la cosa più importante perché ti aiuta nei momenti difficili. Secondo me il 2020 sarà l'anno dove potrà dimostrare di poter vincere, nel 2021 sarà compagno di squadra di Vinales e avrà la possibilità di poter battere Marquez. E Marquez lo ha già capito...".

 

Sei un po' deluso che Marquez abbia rinnovato con la Honda per altri quattro anni, senza abbracciare una nuova sfida con una moto diversa?

"Personalmente mi piace immaginare un pilota che rimane sempre con una squadra, con un colore, con un’azienda, perché se ci pensiamo bene è raro sia in MotoGP sia in Formula 1. Mi affascina un pilota che ha quel marchio impresso sulla pelle, mi piace questa cosa".

 

Parliamo di Aprilia, oltre ad aver "rischiato" di fare da tester della Rs-Gp 20 in Malesia quanto sei orgoglioso del reparto corse di Noale che ha rivoluzionato la moto, cosa che in pochi pensavano sarebbe stato possibile?

"Sul mio ruolo da tester si è ventilato qualcosa ma non si è concretizzato da una parte o dall’altra per tanti motivi, in ogni caso non è detto che non la provi. Il fatto che Aprilia abbia deciso di rivoluzionare la moto in poco tempo e che a quanto sembra che la moto funzioni mi rende molto contento, perché c'era bisogno di una sterzata,  il progetto precedente non aveva dato i risultati sperati. Da qui la vorrei sempre in top 5 e magari fare qualche gara lì davanti, dove merita di stare, me lo auguro veramente".