Moto3, GP San Marino. A Misano vince McPhee su Ogura e Suzuki. Out Arenas

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Paolo Lorenzi

Il pilota inglese trionfa a Misano al termine di una gara molto combattuta. Podio completato dai nipponici Ogura e Suzuki, anche se il pilota del TeamSic58 scherza: "Io primo degli italiani". Arenas cade e il Mondiale è più aperto che mai

Quando la prudenza non basta e un Mondiale avviato su un binario deraglia all’improvviso. Albert Arenas, leader sicuro della classifica (25 punti di vantaggio prima di Misano) ha corso quasi tutta la gara ai margini del gruppo. S’è tenuto in disparte, lontano dalle gomitate che si rifilavano senza ritegno davanti a lui. Ha atteso, sornione, gli ultimi giri per portarsi al terzo posto. Un gioco da ragazzi, per un pilota esperto come lui. Ma l’imprevisto è sempre in agguato e lo spagnolo ha sbagliato. È caduto perdendo l’anteriore, lasciando la porta aperta al recupero in campionato di McPhee e Ogura. L’inglese ha vinto la roulette degli ultimi due giri. Un finale straordinario per intensità. Suzuki ha chiuso terzo dribblando carenate a ogni rettilineo, cercando spazi impossibili dove infilarsi a ogni curva, cedendo solo nell’ultimo curvone al connazionale Ogura che adesso ha messo il fiato sul collo di Arenas nella corsa al titolo (solo 5 punti di differenza).

Suzuki scherza: "Io il primo degli italiani"

"Sono il primo degli italiani", ha detto ridendo il pilota del Team Sic58, col suo italiano buffo venato di accenti romagnoli. "È stata dura ma divertente", ha aggiunto il giappo-riminese. Svanito il suo compagno di team Nicolò Antonelli finito sedicesimo, il primo degli italiani è Arbolino. Il milanese ha gestito per metà gara un posizione che prometteva di più del sesto posto finale. Ottavo Fenati, nono Foggia con più di un rimpianto dopo aver rimontato dalla quindicesima posizione. Sfortuna nera per Celestino Vietti, coinvolto nella carambola innescata da Garcia al primo giro. Fuori gara subito, il piemontese, insieme a Fernandez. Rientrato ai box Celestino si è sfilato il casco, ha appoggiato i guanti con calma, ha risposto alle prime domande con la flemma di un lord inglese. Ma dentro gli bruciava, sicuro, perché dopo la vittoria in Austria sapeva di poter puntare a un piazzamento importante. Come il suo compagno di squadra Migno, che gli partiva una posizione davanti in griglia, ma ha chiuso decimo dopo essere stato risucchiato fuori dal gruppo di testa.

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