MotoGP, le pagelle del GP Valencia: Mir, un weekend Mondiale da 10

VALENCIA
Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

Weekend indimenticabile per Joan Mir. Lo spagnolo a Valencia conquista il titolo mondiale in MotoGp, il primo della sua carriera nella classe regina. Festa grande anche per la Suzuki e per Davide Brivio. In Yamaha sorride solo Morbidelli. Ecco le pagelle del penultimo appuntamento della stagione

Con qualche sofferenza, come le positività poi passata di Rossi, quella di Lecuona, di qualche meccanico e del nostro Guidone Meda, ma siamo riusciti ad arrivare all’ultima trasferta, all’ultima settimana, all’ultima gara. Esattamente, per ora, come previsto. E ancora una volta lo spettacolo è stato fantastico in tutte le categorie, niente è andato storto. Insomma Dorna continua a mantenere un voto altissimo, come giusto: 9.

 

 

M1R – Eh sì, proprio lui, Joan Mir da Mallorca, ventitreenne della Suzuki, ha vinto il titolo della MotoGP 2020. Ed è una cosa bella in un anno piuttosto disastroso. Perché Joan è un ragazzo, prima ancore che pilota e campione, capace di essere implacabile in pista, ma dolce e aperto nella vita. Il suo Mondiale lo ha dedicato a chi magari soltanto un po’ e per poco ha dimenticato o alleviato i suoi problemi divertendosi con le corse. Il suo avversario più temibile -dice- è stato il covid. Insomma, secondo me un predestinato che il meglio lo deve ancora dare. Zittirà chi sorride dicendo che ha vinto con una sola vittoria e nessuna pole arrivando settimo. Bè, intanto se chi ha vinto di più ha perso il titolo, vuol dire che la sua continuità, la sua capacità di restare concentrato e non sbagliare più, la sua crescita continua sono state determinanti e sufficienti per vincere al primo match point. Quanto alle pole, servono fino ad un certo punto, di punti non ne portano, ma a Mir serve riuscire a migliorare la qualifica, se ce la farà vincerà sicuramente più gare. Per ora un altro campione MotoGP da Maiorca dopo Lorenzo. I titoli dell’isola sono già a 7, ma lui merita 10. E non contiamo Rafa Nadal che in moto non corre, ma che dall’Isola magica degli sport arriva.

 

 

SUzuki, giù Yamaha, Honda, Ducati, Ktm. Mir, ok, ma pure Alex Rins avrebbe potuto vincere il titolo se non si fosse fatto male ad inizio stagione e non si fosse steso in un paio di occasioni. Due moto soltanto in pista, ma primo posto nei Team e per ora pari merito con Ducati nel mondiale per Case. Mica male per quella squadra là dove convivono felici italiani, spagnoli, giapponesi, inglesi, argentini e per una marca che aveva vinto soltanto nell’era dei 2 tempi 6 titoli mondiali della 500 (76 e ’77 Sheene; ’81 Lucchinelli; ’82 Uncini; ’93 Schwantz; 2000 Kenny Roberts Jr). Ci sono voluti 20 anni e Davide Brivio per far tornare questo marchio simpatico ai vertici mondiali. E la Suzuki quest’anno è stata la moto migliore di tutte. Voto 10

 

 

 

Sotto i riccioli dei tuoi capelli una storia per raccontare un mondo così lontano. Frankie Morbidelli descritto -secondo me perfettamente- da una strofa di una canzone di Roberto Carlos: quando lui guida così va in trance, si raccoglie in se stesso e diventa una sola cosa con la moto, il resto non esiste, ritorna all’ultimo giro quando devi lottare come due cani con Jack Miller, ma poi vince: e sotto quei riccioli ritorna un singhiozzo e la voglia che duri un po’ di più per dirla ancora col cantautore brasiliano. Terzo successo in stagione, un mondiale impossibile da vincere per colpa di un motore rotto e due scivolate non colpa sua. È bello pensare che alla fine se lo sarebbero giocato loro Mir e Morbidelli, due dolci, sensibili ragazzi capaci di andare così forte, due persone attente a quello che succede anche fuori dal loro mondo dorato, a quel sogno che sono riusciti a fare diventare la loro vita con caparbietà, lotta, impegno, sacrifici. Un Morbido, ma sempre più duro: 10.

 

 

Il penultimo disastro – Yamaha. Ha vinto Morbidelli, certo, ma Quartararo è andato lungo alla prima curva e poi è caduto. Vinales è arrivato decimo, Rossi dodicesimo. L’unica Yamaha che sembra andare bene è quella dello scorso anno, quella di Morbidelli. Le altre le puoi rivoltare, ma alla fine non escono mai insieme dai problemi. Se va bene ce la fa una. C’è qualcosa di sbagliato che con la messa a punto o l’approccio attuale non si sistema. Meno male che manca soltanto una gara per concludere questa stagione horribilis. 4

 

 

Un guizzo di futuro- Ducati con Jack Miller è riuscita a rendere difficilissima la vittoria di Morbidelli fino all’ultima curva. Bene perché l’australiano sembra crescere in consistenza, costanza senza perdere un briciolo di velocità. Si sta meritando la moto ufficialeper il resto il solito incomprensibile misto di prestazioni decenti, brutte e cadute. 4

 

 

La scomparsa dei Marquez. Anche Alex oramai da tre gare, dopo i due secondi posti consecutivi, è sparito tra cadute e sofferenze. Nakagami va forte in prova e anche in gara, ma non ne finisce una. Crutchlow è già il prossimo collaudatore Yamaha. Insomma un finale di stagione brutto per Honda. 4

 

 

Speranza di vincere almeno un mondiale- Moto2 e Moto3 ancora lasciano aperte le speranze per un titolo mondiale vinto da un italiano. In moto2 Bastianini è primo per 14 punti sullo scapestrato Lowes, 18 su Marini, 23 su Bezzecchi. In Moto3 la lotta si limita a 3 piloti: Arenas è primo per 8 punti su Ogura e 11 su Arbolino. Vedremo un po’. Portimao è un posto fantastico per giocarsi un titolo. Ma attenti all’asfalto e alla sua difficoltà esaltante.

leggi anche

Mir trionfa, titolo in Suzuki 20 anni dopo Roberts