Moto2, Salom e quel silenzio che fa rumore: 5 anni fa l'incidente al Montmeló

IL RICORDO
Rosario Triolo

Rosario Triolo

Il Motomondiale in Catalogna, dove cinque anni fa, nel corso della seconda sessione di prove, ci fu l'incidente che costò la vita a Luis Salom. Aveva 24 anni. Lo ricordiamo sempre con un inconfondibile sorriso, non esuberante nei comportamenti e con una sensibilità in cui era difficile entrare

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Nel mondo che parla per immagini, non averne una, limpida, dell'incidente di Salom sembra quasi trascinare questa disgrazia fuori dal tempo, in una dimensione antica, che non spettacolarizzava i drammi da un lato, ma forse, dall'altro, dava loro minore importanza. Fatto sta che Luis Salom è andato via così, in un giro di riscaldamento nelle prove libere e senza immagini a parte una ripresa di una camera a circuito chiuso che comunque non serve a ricostruire l'esatta dinamica di ciò che gli è successo. E la sua uscita silenziosa è del tutto conforme al suo modo di vivere la sua passione, le sue amicizie, il suo amore per le cose e per le persone. Mai troppo rumoroso, sempre con un sorriso, con una sensibilità in cui era difficile entrare, scoprire.

 

Non era esuberante nei comportamenti, lo era invece nei tatuaggi, e nell'aggressività in pista, quella che lo aveva portato a giocarsi un Mondiale nella categoria più piccola con Viñales e Rins, ma anche a sciupare le sue carte come faccia alternativa del suo carattere.

 

Quando se ne è andato, aveva avuto una parabola diversa da quella dei colleghi con cui aveva sognato il titolo, poi vinto da Maverick. Cercava meticolosamente di ritrovare il limite, si affacciava saltuariamente al vertice aspettando di tornare a lottare per conquistarlo con regolarità, ma continuava ad accucciarsi tra le braccia della mamma e poi al fianco della sua moto con una preghiera prima di partire.

Poi, a un certo punto, si è trasformato in eternità. Ma dopo cinque anni resta difficile abituarsi anche all'assenza del suo silenzio.