L’imprevedibile Red Bull Ring: ancora un outsider sul tracciato di Spielberg

MotoGp

Michele Merlino

Il Red Bull Ring mantiene la sua tradizione di circuito dai risultati imprevedibili: se prima dell’arrivo della pioggia era possibile una prima vittoria in carriera per Bagnaia, con l’arrivo della stessa è giunta la seconda vittoria in MotoGP per Brad Binder (dopo Brno 2020)

Il successo del sudafricano fa il paio con la prima vittoria in carriera, solo 7 giorni fa, per Martin, che a sua volta succedeva a Oliveira, che ottenne il suo primo successo sempre qui l’anno scorso, e, andando un po’ più indietro nel tempo, il primo successo in carriera di Andrea Iannone nel 2016.

Binder è l’ottavo vincitore diverso in 10 gare corse al Red Bull Ring, circuito avverso ai campioni: l’ultimo titolato a vincere qui è stato Jorge Lorenzo nel 2018 (da allora sono state corse 5 gare a Zeltweg) e l’unico a vincere qui e a laurearsi campione a fine anno è stato Mick Doohan nel 1997.

A rendere ancora più imprevedibile la vittoria di Binder, la sua posizione in griglia: 10°. Fino a quest’anno qui al massimo si era vinto dal 7° posto in griglia (Oliveira l’anno scorso) altrimenti sempre dalle prime 4 piazze.

I piloti sul podio con Binder, Bagnaia e Martin, si aggiungono quali outsider: questi tre assommano in totale 10 podi in top-class…con i 3 conquistati in questa gara!

Insomma, se la roulette della F.1 per antonomasia è Monaco, per la MotoGP bisognerebbe erigere un casinò nei pressi del tracciato di Spielberg…

Ducati-KTM 6-2

A fronte di un albo d’oro piloti al Red Bull Ring in cui si fatica a trovare un filo conduttore, sul versante costruttori la situazione è più chiara: due soli vincitori qui dal 2016 in poi, da quando il tracciato austriaco è tornato in calendario. Si tratta di Ducati e KTM, con un punteggio di 6-2 per la marca italiana.

L’Austria si mostra ancora una volta indigesta per i giapponesi: dopo il GP di Stiria dell’anno scorso, nessuna delle marche giapponesi è riuscita a salire sul podio, appannaggio di una KTM (Binder) e due Ducati (Bagnaia e Martin).

Uno sguardo al campionato

Due cose saltano all’occhio guardando la classifica di campionato.

La prima è il fatto che Fabio Quartararo è l’unico tra i primi 4 del mondiale ad aver vinto delle gare quest’anno, ben quattro. Dietro a lui ci sono Bagnaia, Mir e Zarco, che non solo non hanno mai vinto nel 2021, ma che nella loro carriera in MotoGP assommano…una vittoria, quella di Mir l’anno scorso a Valencia.

A testimonianza che la costanza paga per un’ottima posizione in campionato, ma anche che Quartararo ha una concorrenza poco abituata ai successi, perlomeno in tempi recenti.

Il secondo dato che risalta nella graduatoria mondiale è sempre legato a Quartararo: ha 181 punti in classifica, mentre tutti gli altri cinque piloti Yamaha ne totalizzano 163.

Il dato è ovviamente viziato dall’infortunio di Morbidelli e dalla sospensione di Vinales, ma il bilancio è veramente a senso unico e i due sostituti Yamaha quest’anno, Gerloff e Crutchlow, non sono riusciti a mettere a segno nemmeno un punto in due, chiudendo le loro tre partecipazioni invariabilmente in ultima o penultima posizione.