MotoGP, scie e polemiche a Le Mans (Francia): "Siamo come i ragazzini della Moto3"

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Paolo Lorenzi

Tema scie in primo piano a Le Mans, Bagnaia: "In Safety Commission si è anche pensato a penalità in stile Moto3 ma sarebbe un’arma a doppio taglio. Oggi avevo sei pioti dietro di me, quando mi sono voltato hanno chiuso il gas e girato la testa, facendo finta di nulla….Non un comportamento da pilota di MotoGP". Domenica il GP alle 14 in diretta su Sky Sport MotoGP e su Sky Sport Uno e in streaming su Now

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Fermi in pista ad aspettare. Che cosa? Un buon traino, la scia giusta, per stare nelle posizioni che contano e danno accesso alle qualifiche senza passare dalla Q1. Parliamo di Moto3? Nemmeno per sogno, a dare il cattivo esempio adesso sono i piloti della MotoGP. Proprio quelli che i ragazzini dovrebbero prendere a modello. E’ già successo in altre gare, è ricapitato nel primo giorno di libere a Le Mans, potrebbe ripetersi anche sabato, magari in qualifica. "Abbiamo già affrontato l'argomento in Safety Commission - si è lamentato Bagnaia, uno dei più veloci e giocoforza oggetto delle "attenzion" di chi va più piano -. Abbiamo anche pensato a delle penalità in stile Moto3 ma sarebbe un’arma a doppio taglio. Oggi avevo sei pioti dietro di me, quando mi sono voltato hanno chiuso il gas e girato la testa, facendo finta di nulla….Non mi sembra un comportamento da pilota di MotoGP". Da lì a perdere la pazienza è un attimo ."In Argentina - ha aggiunto Bagnaia - avevo sei piloti alle mie spalle. Ho scartato in rettilineo per liberarmene, una manovra pericolosa dettata dal nervosismo". 

"Siamo grandi, sistemare le cose tra noi"

Comprensibile, tanto quanto il fastidio provato da Aleix Espargaró a Jerez contro Marquez. "Mi ha aspettato per un minuto in rettilineo. Vergognoso". Piccata anche la replica del pilota Honda “Di che si lamenta? Quando andavo forte io erano gli altri a rubarmi la scia. Questo è il motomondiale". Opinione discutibile a sentire i suoi colleghi. Ma le sanzioni per ora restano solo un’idea. "Siamo abbastanza grandi e maturi per sistemare le cose tra di no" ha concluso Pecco.  

Vince il più veloce, non il più furbo

Il nocciolo della questione deriva da una competitività esasperata dove le differenze tra chi parte davanti e due file indietro ormai si misura in pochi decimi di secondo. E partire dietro, spesso compromette il risultato, perché superare è meno semplice di un tempo (leggete anche le polemiche sulle pressioni degli pneumatici e su come possono cambiare partendo davanti o trovandosi a inseguire). Aggiungiamo il tempo perso a causa delle bandiere gialle che obbligano a rallentare per ragioni di sicurezza (anche in qualifica, certo, ma allora perché non congelano il cronometro?) e lo spazio per provare a guadagnare posizioni si accorcia. Fin da venerdì perché se sabato il meteo minaccia brutto, bisogna portarsi avanti…Ciò non giustifica comportamenti anti sportivi. Vince il più veloce non il più furbo. Almeno dovrebbe essere così. Altrimenti hanno ragione i ragazzini della Moto 3…