MotoGP, Marc Marquez conferma: "Ho l'ok dei medici, sarò ai test di Misano"

HONDA
Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

All’alba dei test di Misano il campione spagnolo rivela il suo stato d’animo. Le speranze e i timori. Consapevole di quanto la sua vita sia cambiata in questi ultimi due anni. E annuncia: "I medici mi hanno dato il 'fit', martedì 6 settembre sarò in pista a Misano e per mercoledì 7 vediamo come sto dopo la prima giornata"

MISANO, GLI HIGHLIGHTS DELLA GARA

"Non sono più la stessa persona di quando avevo 20 anni. Tutto cambia, il mondo, la tua vita, bisogna adattarsi”. Sì, è un Marc diverso, più profondo e consapevole, quello che ha incontrato sabato 3 settembre i giornalisti a Misano. Segnato dal dolore, da due anni passati a rincorrere una forma fisica che a volte sembrava quasi un miraggio, lo spagnolo è davanti a una svolta. "Adesso è il momento di resettare, di ripartire, di scrivere un nuovo capitolo”. Marquez è all’alba di una nuova sfida, l’ennesima, più importante persino di una corsa per il titolo. Perché difficilmente ci sarà una prova d’appello. A 29 anni non avrà il tempo di sopportare un altro calvario, altre operazioni e lunghe convalescenze per sistemare quel braccio distrutto due anni fa in Spagna. Quattro operazioni e ogni volta una rincorsa a se stesso, a quello che era e non è ancora. Lunghe degenze, ore e ore di fisioterapie, palestra, domeniche sul divano a mordere il freno guardando le gare in tv. La quarta operazione rappresenta l’ultimo treno. "Il recupero sta andando bene - ha spiegato Marc -. Ma ai miei muscoli serve tempo, ho guidato per un anno e mezzo con un braccio ruotato di 34 gradi. Devo ritrovare certi movimenti, in sella come nella vita reale”: La vita reale di un pilota sfugge a chi osserva da lontano. Per Marquez corsa e vita s’intrecciano, si sovrappongono e fallire nella prima significa probabilmente fallire anche nella seconda. O quanto meno pagarne le conseguenze per molti anni a venire (a 29 anni non sei certo finito, puoi sempre costruirti un percorso alternativo, ma rinunciare ai propri sogni richiede uno spirito molto forte). “Sono qui perché i medici mi hanno dato via libera. Tornerò in gara di sicuro quest’anno, ma non so davvero che cosa potrò fare qui a Misano. Serve tempo, allenamento, pazienza. Se spingo troppo posso danneggiare i muscoli o i tendini. Ma quando tornerò, sarà per continuare a correre. Per sempre”. Marc sa di non avere altre possibilità. Questa potrebbe essere l’ultima. “Non voglio tornare per poi fermarmi di nuovo. Ho lavorato sodo per provare a fare questi test. L’ho fatto per la Honda e per me. Forse più per me”. Ha trovato una spalla e un conforto in Mick Doohan, un campione risorto dalle sue disavventure, riemerso da un incidente che gli ha compromesso un gamba, dopo avergli fatto rischiare la vita. “Ho parlato molto con Mick e lo farò ancora. Come lui sto cercando di adattarmi. L’operazione che ha affrontato (la quarta, ndr), che ho fatto non riguardava solo la possibilità di tornare a guidare. Riguarda la mia vita”.