MotoGP, l'eredità di Dovizioso: il campione in punta di piedi

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

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Dovizioso si è ritirato dalla MotoGP dopo l’ultima gara a Misano, uscendo di scena quasi in punta di piedi, timoroso del clamore che poteva suscitare. Un cuore puro, sincero e genuino. Un talento esploso tardi, dopo un avvio promettente. Negli ultimi anni è diventato il capitano della rinascita Ducati. Con Marquez ha dimostrato di poter lottare e vincere sfruttando l’intelligenza. Concreto, affidabile, misurato nelle parole: in pista parlano i fatti, il resto non gli è mai interessato

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Alla fine ha ceduto, lui che si scherniva, con quel sorriso solo accennato che voleva dire "sono tranquillo, va tutto bene". Scorza dura? Tutt’altro, un cuore puro, sincero e genuino. Quando s’è levato il casco, una volta rientrato al box dopo il doveroso giro di saluto ai suoi tifosi venuti a salutarlo per l’ultima volta, Andrea Dovizioso non ce l’ha fatta a nascondere i lucciconi che gli inumidivano gli occhi. Troppa forte l’emozione. "L’ultimo giro è stato emozionate, scandito da sensazioni strane. Pensavo di viverla meglio".

L'abbraccio con Marquez prima del via

Sulla griglia di partenza Marc Marquez ha voluto abbracciarlo. Tra loro due non c’è mai stato astio, solo grande rispetto reciproco. Ed è questa l’eredità più grande che lascia il pilota di Forlì: una sportività sincera, mai ostentata, ma sempre vissuta con orgoglio. "Preferisco domandare permesso prima, piuttosto chiedere scusa dopo", ribadiva a chi lo rimproverava di scarso agonismo. Con Marquez ha dimostrato di poter lottare e vincere sfruttando l’intelligenza, dote che gli va riconosciuta al pari del rispetto dimostrato per questo sport e per gli avversari. Non si è mai nascosto dietro facili scuse. "Se cadi o non vinci è per colpa tua. Trincerarsi dietro la sfortuna non serve". Un talento esploso tardi, dopo un avvio promettente, il titolo in 125 contro Stoner e Lorenzo. Poi tanti anni da comprimario in MotoGP, prima di diventare il capitano della rinascita Ducati. Gli hanno detto di brillare poco, in un mondo affamato di personaggi. "Non cerco la popolarità dei social, non m’interessa", ha risposto. Ma senza ombra di arroganza ha ribadito: "Io sono un personaggio, dopo aver battuto Marquez".

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Mai una polemica gratuita, parla la pista

In pista parlano i fatti, il resto non gli è mai interessato. Concreto, affidabile, misurato nelle parole, mai un accento fuori posto, mai una polemica gratuita. Nemmeno quando ha chiuso con Ducati un rapporto che sembrava inossidabile. Ma così non era, e quando si è sentito messo in discussione, ha fatto le valigie e ha salutato la squadra che aveva contribuito a rilanciare. Senza chiasso. Come senza enfasi è rientrato alle corse un anno dopo. E senza clamore ha salutato tutti, ancora una volta, l’ultima, domenica 4 settembre 2022 a Misano. Uscendo di scena quasi in punta di piedi. Timoroso del clamore che poteva suscitare. Salvo emozionarsi alla fine, come un bambino.