MotoGP, GP Thailandia. Zarco: "Ho esitato ad attaccare Bagnaia"

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

Zarco spiega cosa è successo al penultimo giro del GP Thailandia, quando sembrava sul punto di superare Bagnaia per strappargli il terzo posto: "Ho esitato ad attaccarlo: piuttosto che rischiare un sorpasso per un podio, ho preferito stare calmo dietro. Del resto non potevo più puntare al 1° posto, ne parliamo da Misano con Ducati: va bene lottare per la vittoria, altrimenti per le altre posizioni si può dare una mano"

GLI HIGHLIGHTS DELLA GARA

L'onestà di Johann Zarco ha svelato quello che in fondo era evidente. Il francese della Pramac Ducati avrebbe potuto attaccare Bagnaia nel finale del GP della Thailandia, ma ha preferito rinunciare a un sorpasso gravido di conseguenze (se l'avesse urtato?) e di polemiche. "Non potevo più lottare per la vittoria - ha spiegato il francese a fine gara -. Se gli fossi arrivato addosso prima non avrei esitato, ma piuttosto che rischiare un attacco per un podio (che non toglie o aggiunge nulla alla sua stagione, ndr), ho preferito stare calmo dietro a Pecco e controllare Marquez". Le raccomandazioni dei vertici di Borgo Panigale hanno funzionato: "Da Misano ne parliamo con Ducati - ha proseguito Zarco -. Va bene lottare per la vittoria, altrimenti per le altre posizioni si può dare una mano". In sostanza, mano libera per il risultato grosso - come ha fatto Miller, che poteva giocarsi il primo posto con Oliveira e non ha esitato a superare subito il compagno di squadra, più lento di lui - ma con un occhio di riguardo per Bagnaia che lotta per il titolo. Questa l’esortazione della Ducati ai piloti che corrono con le sue moto.

Perché Zarco ha scelto di non attaccare Bagnaia

Buon senso, raziocinio, gratitudine verso che ti ha dato un’opportunità quando eri a piedi: i motivi che possono spiegare la scelta di Zarco sono più di uno. Dopodiché i pareri sono destinati a dividersi. Si parlerà di comportamento antisportivo da un lato, oppure di opportune richieste della squadra, vista la posta in palio, dall’altro. Ciascun pilota è comunque libero di comportarsi secondo coscienza. Bastianini non ha esitato a superare Bagnaia ad Aragon, perché "fino a quando l’aritmetica mi lascia la possibilità di lottare per il titolo, farò il massimo. Poi, nelle ultime gare vedremo". Non bisogna dimenticare che una vittoria si traduce in premi gara (vale per chi ha criticato il romagnolo) e non bisogna nemmeno scandalizzarsi dei giochi di squadra (vale per chi ha alzato il sopracciglio davanti al comportamento rinunciatario di Zarco). La storia del Motociclismo ne è piena. Se fosse arrivato quarto nel GP Thailandia, Bagnaia avrebbe perso in tutto tre punti, ma il suo distacco da Quartararo sarebbe rimasto a 5 lunghezze. A tre gare dal termine, su circuiti che alla peggio lo mettono alla pari con la Yamaha (Australia e Valencia) e in un caso lo favoriscono (Malesia) Pecco ha buone carte in mano per metter a segno il colpaccio. Con o senza aiuti esterni. Con sei vittorie alle spalle, contro le tre di Quartararo, non bisogna perdere di vista il valore del pilota, della moto che guida e il cammino fatto fin qui. Se Bagnaia vincesse il titolo, non avrebbe rubato nulla. Sostenere il contrario sarebbe, quello sì, disonesto.