Superbike, il bilancio di Mandalika: Bautista controlla tra conferme e colpi di scena

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Edoardo Vercellesi

Bautista allunga in classifica con due vittorie e una caduta. Razgatlioglu supera Locatelli in classifica, Vierge sorprende, Rea nel baratro.  Il bilancio del weekend di Superbike a Mandalika

SBK, IL RACCONTO DI GARA 2 IN INDONESIA

I primi due round della Superbike 2023 sono andati in archivio, vissuti in apnea nel back to back tra Australia e Indonesia. C’è modo per noi di tracciare un primo bilancio prima che i motori si spengano per un mese e mezzo in attesa di Assen, dando il tempo a tutti per lavorare su quanto raccolto e cercare un passo avanti. In molti sembrano averne bisogno, nella top class delle derivate di serie, ma non Alvaro Bautista. Il campione del mondo è arrivato a Mandalika con la serenità di chi è a posto, confermandosi l’uomo da battere. La necessità di curare il consumo delle gomme ha accentuato il suo ruolo di riferimento nella Superbike odierna: Alvaro è il migliore da questo punto di vista e le prestazioni nelle due gare lunghe (quelle che ha vinto) lo hanno confermato. C’è poco da dire riguardo al pacchetto formato da Bautista e dalla Ducati Aruba, si è già detto tutto: nonostante due scivolate in prova e la caduta in Superpole Race, lo spagnolo lascia l’Indonesia con un margine in classifica aumentato. A colpire in modo particolare è la linearità di un lavoro che non richiede mai grandi cambiamenti sulla moto, frutto di un setup di base vicino alla perfezione e di una chimica unica tra il pilota e la Panigale V4 R.

La Yamaha insegue

A inseguire Bautista in classifica sono le due Yamaha ufficiali, con Toprak Razgatlioglu tornato davanti ad Andrea Locatelli e vincitore nella Superpole Race. Il turco ha confermato l’ottimo feeling con la pista indonesiana facendo la pole, poi nelle gare lunghe ha dovuto cedere a Bautista e l’impressione è che manchi sempre un ultimo step di prestazione per giocarsela alla pari con lui. Ora Toprak ha 37 punti di ritardo dal leader e 5 di vantaggio su Locatelli, che a sua volta ha concluso un buon weekend con due podi e si è dimostrato affidabile.

Andrea Locatelli e Toprak Razgatlioglu

Le menzioni d'onore

Le menzioni d’onore vanno a Xavi Vierge, agli italiani Axel Bassani e Danilo Petrucci e a Michael Van Der Mark. Partendo dallo spagnolo, portare la Honda sul podio è un’impresa importante, specialmente alla luce delle difficoltà del compagno di squadra Iker Lecuona. Vierge è stato bravo per tutto il weekend nella gestione delle gomme e dopo due bei sesti posti ecco l’acuto di Gara 2, chiusa in terza posizione. Le superconcessioni hanno reso la CBR 1000 RR-R un semi-prototipo, d’accordo, ma a Mandalika il classe ‘97 ha brillato per meriti suoi. Bassani e Motocorsa Racing hanno smesso di essere una sorpresa diventando materiale da top-5 a ogni round. In Gara 1 è quarto, domenica fa quinto e ottavo, ma mostrando sempre e comunque velocità. Il suo obiettivo dichiarato è il podio e di questo passo potrebbe arrivare presto. Le stesse speranze le nutre Petrucci, a cui serve più tempo per adattare la moto alle proprie necessità; non avendo mai visto la pista, però, il pilota ternano si è comportato benissimo concludendo quinto e sesto nelle due gare lunghe. Van Der Mark non ha raccolto quanto loro e in Gara 2 è caduto rovinosamente, procurandosi piccole fratture alla mano sinistra, ma per tutto il weekend è stato il più convincente dei piloti BMW. Addirittura nell’ultima parte di Gara 1 (chiusa al sesto posto) era il più veloce in pista dopo Bautista.

Lo sconforto della Kawasaki

Chi esce sconfortato dai primi due round stagionali è il box Kawasaki. Alex Lowes ha fatto podio in Superpole Race, ma nelle gare lunghe è stato solo decimo e tredicesimo. Jonathan Rea ha chiuso nono Gara 1 e quarto la sprint, cadendo in Gara 2 mentre lottava con fatica nel gruppo. Le ZX-10RR non hanno digerito l’asfalto di Mandalika e hanno faticato enormemente a gomma usurata, ma più in generale c’è la sensazione che sia stata persa la rotta tecnica. Per contenere Bautista serve inventarsi qualcosa di rivoluzionario che pare difficile da trovare in una moto datata; il team Provec vuole (e probabilmente deve) tentare, ma a quale prezzo? 

Rinaldi, un'occasione persa

Rammarico anche per Michael Ruben Rinaldi: velocissimo nelle libere, la sua Gara 1 si è conclusa alla prima curva per un errore di valutazione che lo ha spedito a terra. In Superpole Race non ha brillato, mentre Gara 2 lo ha visto emergere e scappare in fuga sia prima che dopo la bandiera rossa. Negli ultimi chilometri le gomme gli hanno presentato il conto, con un calo di prestazione che ha consentito a Bautista di passarlo agilmente, poi un altro errore gli è costato due posizioni all’ultimo giro relegandolo giù dal podio. La prestazione non gli manca, ma serve solidità: il bottino di questo round poteva essere molto ricco, invece resta l’amaro in bocca per un’occasione persa.