MotoGP, come arrivano i piloti al GP Italia (Mugello): il bilancio di inizio stagione
A quasi un mese dalla gara di Le Mans vinta da Marco Bezzecchi la MotoGP tornerà in pista nel weekend del 9-11 giugno (diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport MotoGP e in streaming su NOW) al Mugello. Ma come arrivano piloti e team all'appuntamento del GP Italia? Ecco le pagelle di questo primo scorcio di stagione
A cura di Paolo Beltramo
- La vacanza è stata lunga e per certi versi utile, per altri un po’ infinita a questo punto della stagione. Dopo soltanto 5 gare avere quasi un mese di sosta è qualcosa di innaturale, di inedito. Per alcuni piloti, però, questa vacanza anticipata è piovuta dal cielo come un dono. Basti pensare a chi nella gara di Jerez si era fatto male come Marini, Bagnaia e Alex Marquez o a chi doveva recuperare da ancora prima come Oliveira e Bastianini
- Oppure Marc Marquez, che ha potuto sfruttare per tornare ancora più in forma le lunghe settimane di allenamento. Molti poi si sono in qualche modo spesi per aiutare l’Emilia Romagna dopo la terribile alluvione. Sarebbe stato brutto, anzi, impossibile, correre con quelle condizioni nella Valle dei Motori. Bene (9) il nuovo formato del campionato con la gara sprint il sabato e le prove così compresse
- Anche la Direzione Gara si merita delle bacchettate sulle dita, come si faceva un tempo a scuola per l’incoerenza, gli errori e spesso la scarsa giustificazione di alcune sanzioni: finora il peggio del campionato è lei (3). Vediamo più approfonditamente.
- Bagnaia (8) arriverà al Mugello con motivazioni altissime e fisico a posto dopo la caduta in gara con Vinales di Le Mans, che tanti punti e polemiche è costata al campione del mondo. In campionato è comunque secondo a un solo punto di distacco dall’altro ducatista Bezzecchi, vincitore in Francia. Bagnaia ha dimostrato di poter vincere sempre e dovunque se riesce a trovare la giusta messa a punto coi suoi tecnici e non commette errori
- Insomma, che riconfermarsi dipende soprattutto da lui, e al Mugello ha già vinto e la moto ci gira molto con Michele Pirro. Insomma si annuncia un GP di quelli difficili per la pressione e le altissime aspettative, ma anche particolarmente stimolante e bello da vivere. Per Bastianini (NG) si tratta in pratica dell’esordio in campionato, poiché la sua stagione è durata meno di due giorni: il venerdì di prove e pochi chilometri della gara sprint portoghese
- Aspettiamolo con calma e pazienza, poiché questa che doveva essere la sua stagione della conferma ad altissimo livello deve - appunto- ancora iniziare. Da Pirro al Mugello ci spettiamo una delle sue gare costanti e utili per Ducati, con magari qualche sorpresa in prova
- Marco Bezzecchi “The Bez” (9) arriva al Mugello da secondo in classifica, con il podio Portoghese e 2 vittorie stagionali (Argentina e Le Mans). Una crescita pazzesca dall’anno scorso e una conferma delle sue qualità intuite, ma adesso evidenti, addirittura conclamate. Per fortuna tutta la squadra arriva coi baffi tagliati, così da essere più carini… e col morale alle stelle. Il lungo tempo trascorso dalla Francia sarà servito per trasformare quella sensazione esplosiva in consapevolezza razionale. Il che è meglio
- Ora l’idea che si comincia a fare strada nel cuore della squadra potrebbe essere quella di dimostrare al mondo che non è vero che una squadra satellite non può vincere il titolo in MotoGP. Certo, è prestissimo, non è ancora detto niente, ma insomma sono i grandi sogni da raggiungere ciò che stimola i grandi campioni
- Luca Marini (7) è sesto in classifica, ma ha ampiamente dimostrato quest’anno di essere pure lui cresciuto e di poter puntare a conquistare la sua prima vittoria in questa categoria, anche se qualche errore e sfortune ci sono state. Il che non è poco, anzi, è proprio tanto. Squadra sorpresa positiva di questo primo quarto di campionato.
- Il sudafricano Brad Binder (8) è 3° nella classifica del campionato con 2 successi nelle gare sprint di Argentina e Spagna, dove è anche finito secondo la domenica. Ha finalmente a disposizione una moto che sembra essere migliorata molto e che ne asseconda le ambizioni e le qualità. Binder è forte, motivato, consapevole e arriva al Mugello carico e con la voglia e pure le possibilità di rovinare la festa a tutta l’Italia della moto. Ora quella per diventare la 2^ forza della MotoGP è una bella e dura lotta tra i piloti KTM e Aprilia
- Binder appare più completo di Miller (6), che però ha guizzi da campione un po’ pazzo qual è e che ha esperienza e voglia di dimostrare che Ducati in fondo non ha fatto così bene a sostituirlo, anche se in Francia ha collezionato un doppio zero. Vedremo, intanto la rivoluzione tecnica (uomini e idee) della casa austriaca sta dando i suoi frutti e la sensazione è che possa ancora crescere anche perché KTM nelle corse ha sempre vinto: prima o poi, ma ce l’ha sempre fatta. Attenti, dunque
- Terzo Jorge Martin (8), quarto Johann Zarco (7), a dimostrazione della qualità e della bontà di questo storico team privato che quest’anno si gioca con quello di Rossi il ruolo di squadra satellite migliore del mondiale. E difatti le prestazioni dei suoi piloti dimostrano l’altissimo livello di squadra e piloti. Nell’ultima gara in Francia Martin ha vinto la Sprint ed è finito secondo la domenica col compagno terzo. Il giovane spagnolo ha i numeri, l’aggressività e la fame per puntare in altissimo
- Zarco deve ancora conquistare la sua prima vittoria in MotoGP e la sensazione è che prima o poi ci riuscirà. Il francese è più un pilota che esce alla distanza, lo spagnolo un tipetto adatto alla gara breve, ma non soltanto. Insomma eccoli qui altri due possibili guastafeste per il Mugello
- Dopo la strepitosa stagione scorsa da Aprilia, sinceramente, ci si aspettava di più. Ma piccoli problemi che sono diventati grandi come la difficoltà in partenza per Vinales e qualche problema inatteso per Espargaró hanno finora relegato la casa veneta lontano dai primi e con all’attivo un solo podio a Portimao per Maverick. Poco, anzi, troppo poco pur considerando incidenti e sfortune varie
- Aprilia ha però dimostrato di essere una gran moto e migliore di quella del 2021, ma quest’anno c’è anche la KTM a rendere difficili le cose. Ma ci aspettiamo una seconda parte di campionato molto più aggressiva e di successo per Aprilia e i suoi due piloti, bravi e competitivi. Insomma, un campionato finora da 5 per i piloti, meglio la moto anche non è stata sfruttata al massimo, 7.
- Fabio Quartararo nono (7, considerando ciò che guida), Franco Morbidelli (4) tredicesimo. Sono queste le deludenti posizioni dei due unici piloti Yamaha in griglia. Poco, un solo podio (terzo) in 5 gare x 2. Poco da dire e da fare: la moto non è competitiva e in questa condizione anche commettere errori diventa più facile perché si deve andare sempre al limite senza un attimo di tregua se si vuole conquistare qualcosa di meglio di nulla
- Il Morbido ha dato qualche lieve segnale di miglioramento, ma non è certo la situazione migliore per un pilota che deve ritrovarsi nelle sue certezze e nella sua competitività scomparsa. Prima o poi qualche sorpresa Yamaha la farà, ma non sembra questa la volta buona anche se nelle corse non si può mai dire
- Un disastro come l’anno scorso che le assenze di Marquez hanno ingigantito. Se consideriamo che Joan Mir (3) ha conquistato in tutto 5 miseri punti nella prima gara in Portogallo e poi ha collezionato una serie di zeri che fa spavento, dobbiamo dire che Marc è davvero un fenomeno unico e viene da pensare cosa avrebbe potuto fare lui in quella che è una delle sue piste predilette se Rins in Texas ha vinto.
- Vedremo, ma Honda prima o poi migliorerà e da MM93 (9, nonostante gli errori) ci si può aspettare di tutto. Basta che al Mugello non ci siano sempre quelle selve di fischi al suo indirizzo: vi sta antipatico? Ok, sentimento legittimo, ma allora ignoratelo, si fa una figura migliore
- Perdere uno come Bastianini è qualcosa difficile da compensare, ma con Alex Marquez (7) la squadra del compianto Fausto ha messo un compagno efficace e forte al fianco di Di Giannantonio (4) che ha difficoltà a crescere e diventare un pilota di punta. Purtroppo però il minore dei Marquez è stato piuttosto sfortunato, ma ha dimostrato di poter ambire al podio spesso se non sempre. Il che non è poco, anzi. Vediamo al Mugello. L’anno scorso Diggia ha conquistato la pole e fatto giri in testa, quindi...
- Una vittoria per una squadra satellite di Honda è qualcosa di straordinario e il team di Lucio Cecchinello l’ha ottenuta, il che già dice molto. Che poi Rins abbia fatto benissimo (secondo nella sprint e primo la domenica) soltanto ad Austin è la conferma delle grosse difficoltà della Honda e della stranezza di questo sport: non ti aspetti nulla e Rins (8 per quel weekend là) vince. Dici: “ora vediamo” e combina più niente
- Quanto a Nakagami (3) pare sia lì che tiene il posto per qualche giovane che arriverà, non ha molto senso che Honda corra con un pilota capace soltanto un paio di volte all’anno di fare buone cose senza un perché e senza costanza. Comunque meglio l’anno scorso di questo.
- Con Oliveira, sua punta di diamante, acciaccato subito la squadra malese non ha potuto ottenere molto, anzi è stata ai margini senza colpe. Il portoghese ha dimostrato di essere buono, addirittura possibilmente ottimo con Aprilia, ma non ha avuto la possibilità vera di dimostrarlo e non per colpa sua (NG). Raul Fernandez (3) per il momento non ha giustificato la sua conferma, ma può e deve crescere, vedremo
- Uno dei marchi del gruppo KTM sta sulla carena di altre due moto austriache che non hanno potuto mai usufruire delle prestazioni di Pol Espargaró infortunato fino a qui (NG), mentre Augusto Fernandez ha mostrato in Francia grandi qualità: sta crescendo, imparando e non soffre di complessi d’inferiorità o di troppo rispetto come ha dimostrato passando Binder nella gara di Le Mans (7)
- Al Mugello chissà che KTM/Gas Gas non siano ancora una volta le sorprese della gara? Per saperlo basta avere ancora un po’ di pazienza, in fondo se siamo arrivati fin qui vuol dire che ce la faremo ad attendere ancora qualche giorno.
- Da come sono andate queste prime 5 gare quello della Moto2 parrebbe destinato a essere un lungo duello, un derby quasi infinito tra i due squaletti: il nostro Tony Arbolino da Garbagnate Milanese e il predestinato Pedro Acosta da Mazarròn, Spagna. Finora il migliore è stato Tony con un quarto, un terzo, un secondo e due primi posti, vale a dire un percorso entusiasmante e - diciamolo - inatteso in questa misura
- Che il pilota di Carletto Pernat fosse migliorato molto e che potesse giocarsi ottimi risultati dopo il finale di stagione ’22 si poteva prevedere, ma che guidasse con tanta velocità, ma anche con questa consapevolezza, maturità, capacità di gestione ha sorpreso piacevolmente. Per ora 9, quasi 10. E Pedrito ha fatto 2 primi, un secondo e poi uno zero e un dodicesimo. È stato insomma incostante ed è caduto a Le Mans. Insomma un po’ sotto le aspettative, ma comunque forte e determinato, da non sottovalutare. 8.
- Bene, riassumendo, anche piloti come Alonso Lopez (8), Filip Salac, Aron “Tattoo” Canet (7 per i due). Curioso il sinusoidale Lowes, che o vince e straccia tutti come a Jerez o non ci prende. Voto boh?. Non bene gli altri italiani come Vietti (5) con la nuova Fantic, Foggia (4) e Dalla Porta (3) che ha pure concluso con la squadra. Nota di merito alla SpeedUp di Luca Boscoscuro con Lopez, una sua intuizione come spesso accade
- E’ quasi un monocolore spagnolo la categoria minore. Holgado (9) è davanti a Ortolà e Masia (8) a pari punti. Poi un brasiliano, Moreira, che deve mantenere di più le promesse della vigilia (7). In luce anche due giapponesi come Sasaki e Suzuki. Il primo potrebbe far bene spesso se non commettesse troppi errori (6), Tatsu ha vinto a Jerez, prima e dopo poco (6). Qui gli italiani finora sono stati o comparse, o sfortunati
- Si salva Nepa (6), mentre finora il peggio lo ha dato Riccardo Rossi (3), che in 5 gare ha ottenuto 2 punti soltanto come Farioli (NG), che però si è infortunato. Per ora di grandi promesse italiane non se ne vedono, ma potrebbe essere soltanto un anno di crescita per i tanti giovani. Migno, ripescato, ha esordito in Argentina finendo terzo e poi più nulla, Fenati 8 punti, Bertelle 7… insomma meglio lasciar perdere, almeno per ora