Dovizioso, un campione di valori da oggi leggenda

MotoGp
Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

Andrea Dovizioso è stato inserito nella Hall of Fame della MotoGP: un riconoscimento dovuto all'ex pilota Ducati, che ha emozionato i tifosi come pochi altri nonostante la sua proverbiale modestia: "Quasi mi imbarazza essere tra questi nomi", il suo commento al termine della cerimonia

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"Quando ho saputo di questo riconoscimento mi sono stupito. Per come sono fatto, per il mio carattere, non mi sentivo così importante". Andrea Dovizioso non si smentisce: modesto fino al midollo, persino davanti a una platea di piloti, team manager e giornalisti pronti a rendergli il giusto omaggio al momento di ricevere il massimo tributo alla carriera di un pilota di moto: l’ingresso nella hall of fame, in compagnia di tutti i grandi campioni del passato. Eppure lui ha vinto un solo titolo, in 125, la categoria meno prestigiosa. Ma è ciò che ha rappresentato, le emozioni che ha regalato al pubblico nelle sue memorabili sfide con Marquez, l’umanità che ha dimostrato durante tutta la sua carriera, la sincerità, l’onestà, il rispetto, la sportività sempre al primo posto, il modello di modestia che ha incarnato, sono questi aspetti più delle vittorie ad avergli aperto la strada per diventare "leggenda".

Dovi: "Quasi mi imbarazza essere tra questi nomi"

L’ha capito tardi, Dovizioso, dopo essersi ritirato, ma infine, con la consueta sorpresa, ha compreso il suo lascito. "Di solito, quando ti ritiri, la gente si dimentica in fretta di te. E invece oggi mi fermano per strada più di quanto capitasse negli ultimi due anni di attività. Questo mi ha fatta riflettere, vuol dire che ho lasciato qualcosa in loro". L’avevano definito, a memoria forse Cadalora, ”grigio come l’asfalto”, per definire una personalità schiva, un carattere introverso, uno che difficilmente spicca in un mondo che ama soprattutto le stelle. Lui certo non se cruccia: "Quasi m’imbarazza essere tra questi nomi", ha detto osservando l’elenco dei “legend” a cui hanno appena aggiunto il suo nome. Eppure nessuno dubita che in quella lista debba starci anche lui. Gli hanno proposto ruoli importanti, riconoscendo insieme alle sue doti umane, l’intelligenza e l’indubbia capacità analitica. "Mai dire mai… ma adesso è il momento di prendersi una pausa", ha tagliato corto.

La passione per il cross e l'impianto di Monte Coralli

Ma non per fare il pensionato, Andrea sta portando avanti un grande progetto per ristrutturare e rilanciare l’impianto del Monte Coralli, vicino a Faenza, ex tempio del cross destinato a nuova vita. "Il Cross è sempre stata la mia passione, sono molto coinvolto in questo progetto che richiederà ancora un anno per essere ultimato". Poi si vedrà. Certo la vita oggi ha ritmi e prospettive diverse. "Quando lotti per il titolo l’adrenalina scorre sempre, tutto l’anno. Perché lottare per il campionato è qualcosa d’esaltante". Come correre al Mugello, dove la Dorna gli ha conferito l’onoreficenza. "Il Mugello è speciale, affascinante, esaltante per i piloti italiani". E per il pubblico che non ha certamente dimenticato le sue imprese su questo circuito.