Stavolta Vinales non c'entra. La frizione Aprilia è ancora da perfezionare

MotoGp
Guido Meda

Guido Meda

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Non c'è nessun caso Vinales. Maverick è un ragazzo e un pilota buono e generoso. Incline agli slanci, nella generosità come nelle incazzature. E una l’ha riservata a noi, per un voto in una pagella social che sottolineava la partenza non felice in Austria, dalla quale si è ritrovato a inseguire in una gara che pensava potesse andare meglio. Vi ricostruiamo cosa è successo, spiegando il suo pensiero e che alla base di tutto c'è un fattore più tecnico che umano

C’è un caso Vinales? No, non c’è nessun caso. Torniamo a ripeterlo: da quando corre Vinales è sempre stato uno dei primi quattro o cinque talenti al mondo, in funzione della sua costanza. Quando la moto è come piace a lui e si sente libero di guidarla come sa, gli leggi la gioia nei movimenti, la leggi nei tempi sul giro. Vinales è un ragazzo buono e sensibile, incline agli slanci, nel buono e nel bizzoso, nella generosità e nelle incazzature. Una l’ha riservata a noi, per un 5 in una pagella social che sottolineava la partenza sbagliata nel GP di Austria , dalla quale si è ritrovato ad inseguire in una gara che pensava potesse andare meglio. 

Quella partenza, in effetti, proprio bella non era per davvero. Ma Maverick avrebbe preferito che specificassimo in quel giudizio che stavolta il suo problema in partenza ha più a che fare con la famosa frizione in carbonio (ancora sperimentale) di Aprilia, che non con una mancanza di reattività personale. In effetti nei giorni precedenti sia Paolo Bonora, Team Manager, che Massimo Rivola, responsabile Aprilia Racing, ci avevano indirizzato verso una spiegazione più tecnica che umana. Il tema è quello della “ripetitività del funzionamento” di questo particolare tipo di frizione; una continuità di efficacia che per come parte Vinales ancora non è evidentemente garantita. Molto onestamente, la storia di Vinales nelle varie case per cui ha corso, ha spesso incespicato nelle partenze ed è abbastanza semplice finire lì con le conclusioni. Altrettanto onestamente, nel giudizio di Paolo Beltramo, non ci sembra ci fosse nulla di particolarmente duro al netto del voto insufficiente secondo una visione che, trattandosi di pagelle, è per definizione soggettiva.

Ma se Maverick l’ha sofferta tanto da scriverci personalmente e da bloccare il nostro profilo, significa davvero che non sente sua la responsabilità del risultato austriaco. Se l'Aprilia si scomoda , anche dopo il GP, per dire che in effetti l’errore è stato il loro, vuol dire che un tema tecnico ce l’hanno sul serio. Ne prendiamo atto serenamente e con lo stesso affetto con cui ci siamo sempre relazionati con Vinales, sperando che le sue partenze migliorino perchè la frizione Aprilia finalmente potrà garantire continuità, che Maverick si rassereni e si metta a testa bassa come sa fare lui e con il talento che ha lui, a lavorare per vincere il prima possibile e per meritare voti altissimi. Per lui e per la sua moto. Per farci divertire tutti.