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MotoGP, il borsino di piloti e team prima del GP India

MotoGp

Paolo Beltramo

©Motorsport.com

Inizia la seconda parte della stagione del Motomondiale, quella decisiva, con 7 GP su 8 disputati in Asia. Il primo weekend di gara sarà l'inedito Gran Premio d'India, per la prima volta nel calendario di MotoGP. Tra difficoltà burocratiche e di omologazione della pista, come arrivano i piloti e i team in India?

GP INDIA, LA GARA DELLA MOTOGP LIVE

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Col primo Gran Premio della storia del Motomondiale in India, si apre la fase decisiva del campionato 2023. Mancano 8 gare al termine, Valencia, come ormai tradizione, e 7 di questi Gp saranno disputati in estremo o medio Oriente. Insomma una lunga inedita trasfertona che in qualche occasione, costringerà gli appassionati a svegliarsi in orari non comodissimi o ad optare per le repliche o la registrazione su SkyQ. In queste prime due domeniche ci saranno le gare dell’India al Buddh International Circuit a una cinquantina di chilometri da Nuova Delhi e poi quella più abituale di Motegi in Giappone. 

Bene come arrivano allora i piloti e i team in India. Beh, innanzitutto con una certa difficoltà per via dei visti e altri problemi burocratici, ma il problema maggiore sarà quello dell’omologazione della pista che avverrà, ammesso che tutti i lavori richiesti per migliorare la sicurezza siano terminati e fatti come si deve, il giorno prima dell’inizio delle prove. Un azzardo, che comunque dovrà poi passare dall’approvazione dei piloti che verificheranno girandoci. Tome Alfonso, il responsabile sicurezza, insieme a Loris Capirossi si dice ottimista. Speriamo.

Allora: si arriva su un tracciato dove non ha mai girato nessuno dei piloti del Motomondiale e dove l’ultima gara internazionale è stata il Gran Premio di Formula 1 del 2013, quindi il punto interrogativo è grande per tutti. Difficile dire come sarà la pista dal punto di vista della tenuta, se cioè agevolerà chi preferisce grande grip o chi invece preferisce averne meno, cioè Aprilia. Inoltre le condizioni potrebbero cambiare molto durante le ore di uso, ma va tenuto conto che in un caso così avere la gara già al sabato rappresenta sicuramente una difficoltà in più. Loris Capirossi comunque garantisce sulla bontà del tracciato.

Ducati

I piloti Ducati arrivano dalla doppia tripletta di Misano con un Martin galvanizzato, sicuro e vincente in rimonta su Bagnaia che può ancora gestire un discreto vantaggio (36 punti) sul rivale nel caso avesse problemi, ma che non può prendere sotto gamba un avversario così tosto e gasato. Il pilota del Team Pramac è infatti entrato in quella fase che i piloti percorrono per diventare grandi e vincenti: maggiore sicurezza, spavalderia, consistenza, nessun senso di inferiorità riguardo il campione. Insomma quella fase dove ti senti in grado di fare qualsiasi cosa e di non rischiare. Una brutta gatta da pelare, o una bella bega come si dice all’Academy. Bagnaia però sembra assolutamente essere capace di gestire le difficoltà e in grado di prendere il possibile quando massimo non si può. I mondiali si vincono vincendo le gare, certo, ma anche accumulando i punti delle sconfitte se queste dovessero essere la realtà. Pecco è comunque in grado di battere, comunque di giocarsela con Martin, se sarà in condizioni fisiche migliori di quelle di Misano. Lo stesso vale per Bezzecchi, pure lui limitato nella gara italiana. Fiducia e tranquillità, quindi, che Martinator è forte e cresciuto, ma i nostri non sono da meno, anzi.

Gli altri piloti Ducati cercheranno di far meglio di Misano e di giocarsi posizioni più goduriose. Ci riferiamo ad Alex Marquez, Marini, Zarco e Diggia. Non ci sarà Bastianini che tornerà dopo il Giappone in Indonesia e sarà sostituito da Pirro. Possibilità ne hanno di fare bene, anche di puntare magari al podio.

Aprilia

A parte Fernandez, che comunque sta migliorando, le 3 punte di Aprilia possono sicuramente dare del filo da torcere a tutti. Aleix Espargaro, Maverick Viñales e Miguel Oliveira sono lì in agguato e dipenderà dalla pista, ma oramai Aprilia sembra essere un mezzo arrivato alla maturità e quindi in grado di giocarsela con tutti quasi ovunque. Vedremo, stavolta non si può dire, ma la sicurezza di poter essere competitivi stimolerà pure i piloti della casa Veneta.

KTM

Non ci sarà Pedrosa stavolta, quindi Brad Binder dovrà tornare ad essere il leader della casa austriaca e sperare che magari Miller possa imbroccare un fine settimana di quelli buoni che è tempo che non riesce a disputare. Binder è forte, giovane, guida un mezzo sempre più competitivo e quindi potrà cercare di sfruttare l’opportunità di una gara dove la capacità di improvvisazione e il non aver più quasi nulla da perdere, staccato com’è dalla vetta del mondiale (110 punti) potrebbero fare la differenza. Vediamo poi se Pol Espargaro riuscirà a disputare una gara senza cadute e con la sua velocità. 

Honda

Che dire della casa che schiera quest’anno la moto nettamente meno competitiva di tutte? Che magari scendendo in questa pista completamente inedita Marc Marquez si sentirà a suo agio un po’ più del solito e avrà voglia di scatenare la sua inimitabile creatività nella guida e riuscirà, magari, a disputare una gara delle sue. Chissà. Gli altri, invece, sembrano da tempo troppo sfiduciati per poter ambire a qualcosa di notevole. Da troppe gare chiudono il gruppo occupando le ultime posizioni e più o meno dovrebbero continuare così, a meno di guizzi di orgoglio.

Yamaha

Pure Yamaha arriva da una stagione demotivante, ma di fronte ad una totale novità chissà che Quartararo e il Morbido non riescano a sfoderare una prestazione inattesa, di quelle belle vicino al podio. Può succedere, anche se guardando indietro sembra difficile, anche se non impossibile.

Moto2

Tony Arbolino, ringalluzzito dalla gara finalmente positiva di Misano, deve cercare di portare l’attacco a Pedro Acosta. Proprio la pista sconosciuta deve diventare un’arma in più per l’italiano se vuole veramente riaprire la lotta per il titolo. Dovesse ancora una volta stare fuori dalla lotta per il successo e lontano dal podio le sue chance di vincere il titolo si ridurrebbero ulteriormente. Ora i punti a vantaggio dello spagnolo sono 34, molti, ma non già decisivi visto che in palio ce ne sono ancora 200. Ma tocca mettere un po’ d’ansia al rivale, altrimenti le cose diventano sempre più difficili. Ci aspettiamo poi spettacolo da i tanti altri meno costanti, ma capaci di appassionare come Vietti, Dixon, Canet Lopez, Chantra, Ogura, Salac e compagnia. Mal che vada ci divertiremo.

Moto3

In questa categoria i pretendenti al successo finale sono addirittura 6 racchiusi in 29 punti soltanto. Davanti c’è ancora un Holgado apparso ultimamente in crisi di risultati, poi il costante Sasaki. Quindi Masia, Öncü che sono sempre nella lotta tra i primi e poi il fantastico colombiano Alonso che ha vinto 3 delle ultime 4 gare e che può davvero recuperare quei 21 punti di distacco dal primo e andare a vincere un titolo inatteso, ma che sarebbe meritatissimo vista la sua incredibile crescita. Poi Ortolà che si deve dare una sveglia, ma che, per l’appunto, non è tagliato fuori. Peccato in questa lista di pretendenti al titolo non ci sia neppure un italiano.