Martin: "Io e Bagnaia compagni nel team ufficiale? Spero presto"

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Separati in classifica da appena 13 punti, Bagnaia e Martin si mettono a confronto in questa bella intervista doppia realizzata in Giappone dal nostro Antonio Boselli. Qui il testo integrale. Sabato qualifiche alle 3:45 e Sprint alle 8, domenica la gara LIVE su Sky e in streaming su NOW

GP GIAPPONE, LA GARA DELLA MOTOGP LIVE

Pecco, ti ricordi la primissima volta che hai incontrato Jorge? Che impressione hai avuto?

 

Bagnaia: "Era il test di Jerez, alla fine del 2014. Abbiamo fatto anche il viaggio insieme in macchina, da Valencia. Ricordo che la pista era bagnata e ho preso la 'paga' da Jorge che era al debutto in Moto3 da rookie. Ma credo che ci fossimo conosciuti già prima, forse ad Aragon. Era uno che vinceva già le gare, andava forte".

 

Martin: "Sinceramente non ricordavo la primissima volta che ho incontrato Pecco, però sì, forse quella volta a Jerez".

 

La cosa divertente è che poi nel 2015 correte la stagione insieme, con Jorge all'esordio. Condividevate anche la GP Room, dove si dormiva. Ci raccontate qualche aneddoto di quel periodo? So di storie di corse nei corridoi in mutande...

 

Martin: "Ho tanti ricordi (ride, ndr). Per esempio nel deserto, quando ci siamo ribaltati con il boogie. Pecco guidava molto bene, poi l'ho preso io e l'abbiamo ribaltato, un disastro. Una volta abbiamo preso delle pasticche per dormire per il jet lag e dopo abbiamo iniziato a fare casino in camera... ci siamo divertiti".

 

Bagnaia: "Confermo. Ci avevano dato queste pastiglie in clinica, ma per dieci minuti avevano un effetto opposto... Jorge l'aveva presa già al ristorante ed è andato addosso alla polizia...".

 

Martin: "Non ricordo niente di quei 10 minuti, incredibile".

 

Vabbè, ma eravate giovanissimi, 16-17 anni, ci stava di fare casino...

 

Martin: "Ricordo che in ogni pista trovavamo sempre un posto per andare con lo scooter a fare delle cavolate pazzesche, tipo ad Assen. Facevamo anche i video...".

 

Bagnaia: "Abbiamo rischiato di farci anche molto male ad Assen. Il parcheggio del circuito è tutto piatto e facevamo la gara dei traversi lì. Ma ci sono anche i buchi per lo scolo dell'acqua e noi non lo sapevamo... ci siamo fermati a un passo dal patatrac. A Valencia, invece, facevamo i trial...".

 

Sognavate già di andare in MotoGP? Vi confidavate questo sogno?

 

Bagnaia: "Pensavamo più a goderci il momento che del futuro. Ricordo solo che nel 2016 provai la Moto2 e Jorge mi chiese com'era, che sensazioni si provavano. Ma avevamo molto più tempo libero rispetto ad oggi e cercavano di divertirci, senza pensare troppo a cosa sarebbe stato di noi". 

 

Martin: "Sì, è così. Ci piaceva molto giocare e maledire la Mahindra...".

 

L'incrocio della vostra carriera è molto importante. Voi correvate, appunto, per la Mahindra, che aveva - oggettivamente - il motore peggiore di quel Mondiale di Moto3, ma quell'esperienza vi ha temprato, ha svoltato la vostre storie professionali...

 

Martin: "Sì, perché una moto che non va ti costringe a frenare più tardi, ti fa dare gas prima, ti fa crescere come pilota. E appena abbiamo preso un'altra moto sono arrivate subito le vittorie, i podi e un anno e mezzo dopo abbiamo vinto il Mondiale, lui in Moto2 e io in Moto3".

 

Bagnaia: "Assolutamente. Al momento pensavo che se avessi avuto una Honda o una KTM forse avrei potuto vincere il titolo anche prima, ma col senno di poi non cambierei quello che è stato, perché quell'esperienza mi ha insegnato molto".

 

Pecco, dimmi un pregio e un difetto di Jorge, come persona e come pilota

 

Bagnaia: "È sempre a mille, ha una carica incredibile. Ma a volte questo pregio diventa un difetto, specie quando è il momento di rallentare un attimino. Come pilota, è molto preciso tecnicamente, e quando è il momento di un time attack riesce spesso a fare la differenza". 

 

Tocca a te, Jorge. Un pregio e un difetto di Pecco

 

Martin: "Mi ricordo il giorno che ha vinto la sua prima gara, ad Assen. Io non potevo correre perché mi ero fatto male alla mano. Eravamo in GP Room e lui era sicuro di vincere: 'Oggi vinco io', mi ha detto. Non lo diceva sempre e quel giorno ha mantenuto la promessa. Mi ha fatto molta impressione la sua fiducia in se stesso. Difficile trovargli un difetto". "Cado troppo", gli suggerisce Bagnaia. "Forse quello", scherza Martin.

 

Domanda per Jorge. Sarai mai compagno alla Ducati ufficiale di Bagnaia?

 

Martin: "Spero che questo giorno arrivi molto presto, sto lavorando tantissimo per dimostrare che merito quel sedile accanto a lui. Ci siamo andati vicini quest'anno, ma spero di riuscirci prestissimo".

 

Pecco, cosa dici tu: sarete compagni di squadra, un giorno?

 

Bagnaia: "Non si può sapere. Credo che l'anno scorso Enea (Bastianini, ndr) abbia meritato il posto in Ducati ufficiale e in questa stagione non abbia avuto la possibilità di dimostrarlo per l'infortunio alla scapola della prima gara. È una moto difficile e lui non ha avuto il tempo di trovare il giusto equilibrio, ma ce l'avrà nel 2024. In ogni caso, penso sia una bella competizione".