MotoGP, GP Indonesia. Bagnaia, una rimonta così non si vedeva da 17 anni

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Michele Merlino

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Impresa di Bagnaia in Indonesia: il campione del mondo parte dal 13° posto e vince la gara, complice anche la caduta di Martin in testa alla corsa. Una rimonta così sull’asciutto non si vedeva in MotoGP da 17 anni, ovvero dal GP di Turchia del 2006, quando fu Marco Melandri a vincere, addirittura partendo 14°

LE PAGELLE DEL GP INDONESIA

Il weekend di Mandalika è stato un trionfo tricolore, con un piccolo intermezzo per Jorge Martin, naufragato tuttavia con la caduta in gara. Il sabato è cominciato con la prima pole di Luca Marini, 110° poleman dal 1971 (prima non ci sono dati), a fare il paio con il numero 10 che porta sulla carena. È l’undicesima pole di fila Ducati, una striscia iniziata a Le Mans, ed ora c’è solo una sequenza più lunga, quella di 26 della Honda da Imola 1996 ad Assen 1998. Questa sequenza record della Ducati è la principale responsabile di un digiuno ora storico: per la prima volta dal 1971 ci sono stati 14 GP consecutivi senza pole di moto giapponesi. La Ducati ha così completato la collezione: era l'unico circuito del calendario 2023 in cui non aveva ancora messo a segno la pole position; non solo: in tutti e 20 i circuiti del mondiale la Ducati è partita in pole almeno una volta in una delle ultime due stagioni. Marini ha spezzato la sequenza dell’Italia con la B: le precedenti 14 pole tricolori erano state messe a segno tutte da piloti Ducati il cui cognome inizia per B…

La riscossa di Martin, ma Pecco torna leader

Passando alla Sprint, la prima di Martin: no, non la vittoria, anzi, ha portato a casa la 4^ Sprint di fila, bensì la prima volta in testa al mondiale, record che si è goduto per un solo giorno, perché la caduta della domenica lo ha riportato dietro a Bagnaia. E qui parte la riscossa del campione del mondo in carica. Sì, perché al sabato nella Sprint era stato la 6^ Ducati al traguardo su 7; dietro a lui solo Zarco, caduto rovinosamente in Q2 e, prima, non era riuscito ad approdare in Q2, eliminato dall’ultimo giro cronometrato del compagno di team Bastianini. Questo, tuttavia, si è dimostrato il trampolino di lancio per un’impresa inedita per Bagnaia ed un qualcosa che non si vedeva in MotoGP dal 2006, e cioè vincere una gara asciutta partendo dalla 13^ piazza. Non succedeva dal GP di Turchia del suddetto 2006, quando fu Marco Melandri a vincere, addirittura partendo 14°. Per Bagnaia il 17° successo, ad una sola lunghezza da Wayne Gardner, ma soprattutto, a fare il paio con la 13^ posizione di partenza, il 13° successo negli ultimi due campionati, un valore stellare se si considera che nello stesso periodo nessuno dei suoi rivali è andato oltre quota 4 (Bastianini). Per i nostri colori, un numero tondo: ora i piloti italiani hanno vinto in 50 circuiti del motomondiale in top-class.

Ducati mondiale

La Ducati ha vinto con largo anticipo il suo 4° mondiale costruttori consecutivo e continua a macinare record. Con 5 GP da disputare hanno già eguagliato la loro stagione record di vittorie, l’anno scorso, toccando quota 12. Questo 12 ci rimanda ad un altro record, simile a quello delle pole qui sopra: negli ultimi 12 GP hanno vinto solo marchi italiani (10 volte Ducati, 2 Aprilia), un evento che non si verificava dal 1972, quando la MV Agusta vinse tutte e 12 le gare in calendario. E, ovviamente, non può mancare il confronto con le giapponesi, a secco nei suddetti 12 GP, il loro secondo digiuno da quando iniziato a vincere (Hockenheim 1966) dopo i 41 GP dal Nurburgring 1968 a Imatra 1971.