Addio a Garry Taylor, storico team manager Suzuki in 500 e MotoGP

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Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

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Ieri è venuto a mancare all'età di 74 anni Garry Taylor, manager della Suzuki in classe 500 e poi in MotoGP per quasi quarant'anni, dopo una lunga malattia. Manager capace, carismatico, sempre sereno, sorridente, apprezzato e stimato da tutto il paddock: il ricordo di Paolo Beltramo

Ieri sera, dopo una brutta malattia, sul divano di casa sua, circondato da sua moglie, dalla figlia Phoebe e dai suoi cani, se ne è andato a 74 anni, Garry Taylor dirigente storico della Suzuki nei Gran Premi fin dall’epoca di Barry Sheene quando cominciò -era il 1976- per poi crescere e diventare Team Manager. Lungo il suo sodalizio con Kevin Schwantz dall’86 al ’95 quando il campione del mondo del ’93 smise per i suoi problemi fisici. Garry continuò e riuscì a riportare la marca giapponese di nuovo a vincere un titolo mondiale della 500 nel 2000 con il figlio di Kenny Roberts, Kenny Jr. Continuò a seguire la “sua” squadra fino al 2004 quando per motivi di salute si ritirò.

GT, come lo chiamavano in tanti, è stato un manager capace, carismatico, sempre sereno, sorridente, apprezzato e stimato da tutto il paddock. La sua passione lo portava sempre a fare una visita al GP d’Inghilterra per salutare i vecchi amici e rivivere quel mondo e quell’atmosfera che aveva contribuito a creare e far crescere. Garry era un manager nato e cresciuto nell’era della 500 a 2 tempi quando il motomondiale si chiamava “Continental Circus”, si girava su tracciati pericolosi e con la Suzuki, insieme a squadre come quella di Roberto Gallina in Italia, ha fornito la base per lo sviluppo di un mezzo, la RG500 replica, capace di far correre oltre ai campioni decine di piloti privati. Suzuki, insomma da metà anni settanta ai primi anni ottanta era la linfa di questo sport quella che riempiva la griglia (che allora era formata da 36 partenti, ma anche 45 alle prove) di uomini, passione, ambizioni e sogni.

Garry Taylor non ha mai mollato, neanche quando con le 500 a 3 cilindri la Honda e con la 4 in linea la Yamaha hanno sostituito nelle mani della maggioranza dei piloti le Suzuki. Ha tenuto duro fino al successo del 1993 di Kevin Schwantz, in quell’era di duelli fantastici con Rainey, Doohan, Gardner, Lawson, Mamola, Cadalora, Kocinsky. E poi ancora: la crisi, le difficoltà fino al successo con Kenny Jr nella penultima stagione delle 2 tempi, il 2000 che preludeva di poco alla rivoluzione della MotoGP. Garry ci ha provato, fino a quando la salute glielo ha consentito, cioè il 2004. Il successo di Joan Mir con Davide Brivio Team Manager e la Suzuki Gsx-rr se lo è goduto da casa e in quell’occasione specialissima che per gli appassionati rappresenta il Festival di Goodwood. E proprio a Goodwood 2023 risale la sua ultima foto sorridente con Kevin Schwantz, non pilota e team manager, ma due amici. Kevin lo elogia dicendo che era un manager che lasciava agli ingegneri fare l’ingegnere, ai piloti il pilota, ai tecnici il tecnico. Non si intrometteva, ma gestiva benissimo tutto. 

Da giornalista che ha vissuto la maggioranza di quegli anni posso soltanto ricordare Garry con un sorriso triste: era una persona speciale, disponibile, capace, modesto, sempre pronto a una spiegazione, una chiacchierata, un invito, un aiuto. E bravo. Molto bravo.