Bagnaia, dopo Barcellona c'è un altro tabù da sfatare: la Sprint Race

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Paolo Lorenzi

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Dopo aver sfatato il tabù Barcellona, dove non aveva mai vinto, Bagnaia ha un'altra 'maledizione' da cancellare: quella delle Sprint Race. Troppa la differenza di punti in questo avvio di stagione tra il leader del Mondiale Martin, autentico specialista delle baby race, e il torinese, reduce da tre 'zeri' di fila al sabato. La gara lunga è il terreno di caccia preferito di Pecco, ma serve un cambio di passo anche nelle Sprint per ricucire il gap di 39 punti con lo spagnolo

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Ha sfatato il tabù maledetto. Quello di una pista in cui non aveva mai vinto  (nemmeno nella stagione del titolo in Moto2, nemmeno nelle due annate vincenti in MotoGP). Ha cancellato il ricordo delle ultime due edizioni del Gran Premio catalano, finite dopo un solo giro. Ha ricacciato nella memoria le immagini drammatiche dell’incidente del 2023: la caduta alla seconda curva, la moto di Binder che lo travolge passandogli sulle gambe. Bagnaia era doppiamente felice per la vittoria al Montmelò, come fosse uscito da un incubo, finalmente fuori dal tunnel dei cattivi pensieri.

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"Nelle Sprint ci manca continuità"

Quasi tutti. Tranne uno: la caduta di sabato ha riportato a galla la questione delle Sprint Race, una sorta di maledizione che Pecco deve scrollarsi di dosso al più presto, perché Martin nelle baby race va fortissimo, mentre lui perde punti preziosi. "Un peccato aver buttato via 12 punti così, per il terzo weekend di fila -ha detto il numero uno della Ducati nel post Sprint, commentando il terzo zero consecutivo nel mini GP -. Il sabato siamo velocissimi, ma per errori nostri o per problemi tecnici non riusciamo a finire le gare". Razionale il pilota piemontese lo è da sempre, ma in fondo la sua conclusione è la stessa che chiunque potrebbe trarre. “E’ un problema che ci sta limitando tanto. Ci manca la continuità che serve, ma arriveremo". 

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Il confronto Bagnaia-Martin nelle Sprint Race

Conoscendone la tenacia, bisogna credergli. Intanto il confronto con Martin nelle gare veloci è nettamente a favore di quest’ultimo, che ha portato a casa 56 punti nelle prime sei, contro i 14, appena, totalizzati da Bagnaia. La differenza è anche la fotografia di due stili e di due approcci differenti alle corse. Più esplosivo quello dello spagnolo, capace di esprimere il suo potenziale fin dai primi giri. Più progressivo e razionale quello del piemontese, analitico in prova, fortissimo sulla distanza in gara. Ma, se vuole difendere il trono, Pecco deve colmare questa lacuna (in qualifica d’altra parte è velocissimo). O quanto meno evitare il ripetersi di certo errori. La domenica è il suo terreno di caccia, il sabato può diventarlo, ma attenzione anche agli altri cacciatori. Marquez e Acosta non fanno sconti.

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