In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Superbike, il bilancio di Most: la rivincita (parziale) degli indipendenti

superbike

Edoardo Vercellesi

Petrucci e il team Barni Spark, Iannone con GoEleven, persino Rinaldi e Motocorsa: a Most le Ducati indipendenti spaventano gli ufficiali per le posizioni che contano, ma completano l’opera solo a metà

SUPERBIKE, I RISULTATI DI GARA-2

Condividi:

Il mondiale Superbike è giunto al giro di boa, con il fine settimana di Most che ha chiuso ufficialmente la prima metà della stagione. Ci sono volute diverse gare per delineare dei chiari valori in campo, ma ora il quadro è completo. Le certezze sono due e la prima è certamente Toprak Razgatlioglu, alla terza tripletta di fila; l’altra è Nicolò Bulega, sempre più solitario in seconda posizione nella classifica generale. Il turco di casa BMW sta correndo sostanzialmente contro se stesso. La sua superiorità è tale da consentirgli non solo di studiare preventivamente i festeggiamenti, ma anche di tenersi un margine di sicurezza in gara, come accaduto domenica pomeriggio per salvare la gomma posteriore con temperature elevate. Le vittorie in campionato sono dodici - di cui dieci consecutive - ed è lecito pensare che a Portimao possa centrare l'obiettivo dichiarato di stabilire il nuovo record di successi di fila (appartenente ad Alvaro Bautista con undici).

Bautista ancora alla caccia del feeling con la V4R

Bautista è a sua volta un tema e soffre il confronto con la solidità del suo compagno di squadra. Bulega, libero dalla pressione del titolo da difendere, sta correndo con serenità massimizzando il suo potenziale. Al contrario, lo spagnolo è sempre alla ricerca del suo proverbiale feeling con la Panigale V4 R, ora perduto. Le sensazioni positive delle prove sono svanite nella gara del sabato e, proprio quando sembravano tornate, in Superpole Race Alvaro è finito a terra cercando di attaccare Nicolò. Il contatto con Danilo Petrucci alla partenza di Gara 2 lo ha privato della verifica definitiva.

La coppia degli italiani

Proprio Petrucci è una delle note positive del weekend, al pari di Andrea Iannone. La coppia di italiani, rappresentante dei team indipendenti (anch'essi italiani) Barni Spark e GoEleven, ha conquistato il podio di Gara 1 con pieno merito e per entrambi è la prima volta dall’appuntamento inaugurale di Philip Island. Se la loro qualità è indubbia, questo risultato ha comunque un significato particolare. Petrucci tre mesi fa ha rischiato la vita, in quell'incidente con la moto da cross che lo ha lasciato menomato nel fisico. Il ternano è tuttora lontano dalla condizione ideale: continua a guidare senza forza nel braccio destro, compensando col resto del corpo e soffrendo forti dolori alla schiena. Il regalo del podio ben si sposa con la gratitudine che Danilo sta dimostrando da dopo quel grande spavento. Per Iannone la storia è leggermente diversa, la sofferenza non è stata fisica, ma emotiva, psicologica. Al di là dei quattro anni di squalifica, c'era la fame di recuperare dopo alcuni round di flessione. Il pilota di vasto ha ottenuto il secondo posto in Superpole e il terzo in Gara 1 nonostante una moto non a posto, nervosa e fisica, mettendoci tantissimo del suo. Per lui la domenica è stata più amara, coinvolto nella carambola tra Petrucci e Bautista al via di Gara 2, ma il buono rimane. 

Come qualcosa di buono si è visto anche da Michael Ruben Rinaldi, spesso a ridosso della top ten e settimo in Gara 2, con la soddisfazione di essere il miglior indipendente al traguardo. Il matrimonio con Motocorsa Racing non sta dando i risultati sperati, ma ogni piccolo segnale positivo può strappare un sorriso.