Martin-Bagnaia campioni di lealtà: un duello all'insegna del fair play e del rispetto

MotoGp
Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

Si sono lasciati con una stretta di mano, come due avversari leali e rispettosi. Solo chi gareggia a questi livelli capisce quanto la lealtà sia un valore importante, che definisce un campione. Jorge e Pecco lo sono entrambi: si conoscono da una vita, ma soprattutto sanno riconoscere i meriti altrui e hanno sempre sottolineato il valore dell'avversario. Nessun rancore, dunque, per Bagnaia: tutt'al più resta la delusione per il titolo sfumato

MARTIN CAMPIONE MOTOGP 2024: LO SPECIALE

Si sono stretti la mano. Da avversari leali e rispettosi. Definirli amici forse sarebbe troppo. Dopo due anni passati a darsele, sportivamente, in pista, probabilmente non uscirebbero a cena assieme. Ma lasciarsi con una stretta di mano sincera, quello sì. Ci stava. Perché Jorge e Pecco condividono i rischi di un mestiere che non fa sconti. Dove la lealtà si vede prima di tutto in gara. Il rispetto dell'avversario, quando si rischia la pelle a 300 km/h, significa rispettare il proprio ruolo innanzitutto. Il proprio essere sportivo. Una manovra sbagliata, un contatto duro, fanno la differenza tra un dopo gara con gli amici, o in compagnia dei sanitari.

Bagnaia e Martin si complimentano a vicenda - ©Motorsport.com

La lealtà in pista è un valore importante

Solo chi gareggia a questi livelli capisce l'importanza del rispetto reciproco. Con tutto che le corse in moto, come disse una volta un quattro volte campione del mondo, "non sono un concerto di musica classica" (cit. Max Biaggi). Il motociclismo è una sfida continua, sul filo di un rischio che la tv non restituisce appieno. È impossibile capire cosa davvero provi un pilota in corsa. Le volte che rischia di cadere, o quando subisce un sorpasso al limite, i colpi presi e dati nella mischia di una partenza. Le volte che la provvidenza leva la sua mano e lui finisce inesorabilmente per terra. Ecco perché la lealtà è un valore importante, che definisce un campione, uno che può persino ambire a diventare un esempio, in senso assoluto.

L'abbraccio tra Jorge e Pecco immortalato in un post gara - ©Motorsport.com

Due campioni che sanno riconoscere i meriti altrui

Pecco e Jorge lo sono entrambi. Aiuta il fatto che si conoscono da una vita, che hanno cominciato insieme - la storia della cameretta condivisa ai tempi della Moto3 è stata raccontata un’infinità di volte - ma è la loro natura a definirli, la loro essenza. Lo conferma un'altra qualità, comune. Sanno riconoscere i meriti altrui. Mai una parola fuori posto, o una polemica per una sconfitta subita. Entrambi hanno sempre sottolineato il valore dell'avversario. Nessun rancore, quindi, da parte di Bagnaia, per il titolo sfumato. Tutt'al più resta la delusione, comprensibile. Ogni pilota vorrebbe vincere. Sempre. Ma alla fine trionfa uno solo.

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